di Antonella Sberna*
Quando sono in aula, cerco di guardare l’Europa attuale con gli occhi della mia prima esperienza al Parlamento Europeo, ormai vent’anni fa. All’epoca, tutto sembrava così distante dalla vita di ciascuno di noi, in particolare dalle cronache politiche. Molto è cambiato da allora. Anzi, oggi i contesti quotidiani evolvono giorno dopo giorno, a causa delle complesse dinamiche geopolitiche e delle sfide globali che la nostra società deve affrontare e che gravano profondamente su di essa.
Un’evoluzione che incide anche sul dibattito parlamentare, insieme alla profonda autocritica che le istituzioni europee stanno esercitando su se stesse, in risposta alla forte richiesta di cambiamento da parte di cittadini e imprese.
In qualità di vicepresidente del Parlamento Europeo, mi sono state affidate alcune deleghe dalla presidente Metsola, attraverso le quali la nostra istituzione definisce le proprie azioni. In particolare, penso all’appartenenza al gruppo di alto livello sull’uguaglianza di genere e la diversità, con responsabilità per la Settimana dell’uguaglianza di genere, all’attuazione dell’articolo 17 TFUE, ovvero il dialogo interreligioso, e infine alla gestione della Casa della Storia Europea.
La prima delega che ho citato mi dà un forte senso di responsabilità nei confronti delle donne e delle ragazze, le quali guardano all’Europa come a uno strumento per la promozione delle loro istanze.
Proprio nella sessione plenaria di marzo a Strasburgo si è tenuto il dibattito sui diritti di donne e ragazze, in occasione delle celebrazioni della Giornata Internazionale della Donna. Inoltre, si è discusso e deliberato su numerosi temi di grande rilevanza. I dibattiti hanno affrontato gli aspetti più significativi degli ultimi anni: semplificazione burocratica, energia, difesa, agricoltura, industria, lavoro, solo per citarne alcuni. Anche questi argomenti riguardano da vicino le donne. Pensiamo, ad esempio, a quanto la semplificazione normativa sia un fattore determinante per sostenere la competitività e favorire gli investimenti, incluso l’accesso al mondo dell’impresa da parte delle donne.
Su questo vasto esercizio di confronto, a volte acceso, tra i rappresentanti di 450 milioni di persone, suddivisi in otto gruppi politici oltre ai non iscritti, si fonda il valore dell’Europa.
Il dibattito sul cambiamento demografico è diventato preponderante. Già dall’inizio della legislatura ho sottolineato quanto questa tendenza trasformerà profondamente la società, influenzando le dinamiche familiari e sociali, ma anche l’economia. Il progressivo invecchiamento della popolazione e il calo della natalità stanno già avendo effetti significativi su settori chiave come il sistema pensionistico, la sanità e il mercato del lavoro. Sono urgenti interrogativi sulla sostenibilità del welfare, sulla necessità di un bilanciamento tra vita privata e professionale e sull’importanza di politiche mirate per favorire l’inclusione delle nuove generazioni.
L’Unione Europea ha riconosciuto la necessità di adottare strategie efficaci per affrontare queste sfide, promuovendo soluzioni e investimenti a lungo termine. Per questo motivo sostengo un approccio omnicomprensivo che abbracci più settori dell’azione politica, incluso il diritto dei cittadini europei di restare nella propria terra e l’accesso alle infrastrutture nelle zone rurali. Due esigenze sottolineate anche dal vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, Raffaele Fitto, nella Commissione per lo Sviluppo Regionale, di cui faccio parte.
Quale sarà, quindi, l’Europa del futuro? La strada è stata tracciata proprio dalla presidente Giorgia Meloni. Penso a un’Europa a misura di cittadino, attenta alle esigenze e alle diversità delle regioni europee, che favorisca la crescita e la prosperità economica e che tenga conto delle prospettive delle donne. Solo così restituiremo alle prossime generazioni un’Europa che sia sinonimo di libertà e speranza. Uno sguardo verso il futuro, lo stesso che avevo nel mio primo viaggio verso il Parlamento Europeo.
*Vicepresidente del Parlamento Europeo