Fondazione Marisa Bellisario

TUNISIA: BUONE NOTIZIE PER LE DONNE E PER LA DEMOCRAZIA

di Ornella Del Guasto

Dopo i deludenti sviluppi che in Medio Oriente ha subito la “primavera araba” , scrive Jean –Marie Colombani, con il 2014 finalmente una buona notizia arriva dalla Tunisia, il paese in cui è nata e si estesa la rivoluzione.
Dopo 3 anni dalla ribellione, l’Assemblea Costituente ha votato i primi articoli della futura Costituzione che riconoscono la libertà di coscienza, l’uguaglianza “senza discriminazioni” tra uomo e donna, fanno dello Stato il protettore del sacro, ma affermano anche che lo Stato sarà guidato da primato del diritto. Questo dopo aver rigettato gli emendamenti che volevano fare dell’Islam la fonte del diritto e dopo l’approvazione di un emendamento che vieta l’accusa di apostasia.
Il testo è frutto di un compromesso: da un lato il rifiuto dell’Islam come fonte del diritto, contrariamente a quello che pretendevano gli islamisti del partito di Ennahda (che ha la maggioranza in Parlamento) ma anche contrariamente a quello che speravano i laici, perché l’Islam viene riconosciuto religione di Stato .
Con questo compromesso, commenta Colombani, la Tunisia diventa un interessante laboratorio perché blocca il tentativo di Ennahda di islamizzare la società senza provocare le conseguenze che si vedono in Egitto contro i Fratelli musulmani da parte dell’Esercito o senza la repressione che in Turchia subiscono i laici a causa della dell’islamizzazione radicale portata avanti dal premier Erdogan. Infatti l’esempio tunisino e i lavori che accompagnano l’elaborazione della Costituzione indicano una tolleranza della competizione che consente di passare da un Islam politico ad un Islam in politica.

4 commenti su “TUNISIA: BUONE NOTIZIE PER LE DONNE E PER LA DEMOCRAZIA”

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