Fondazione Marisa Bellisario

SECESSIONE SI O NO: IL DESTINO DELLA SCOZIA AFFIDATO A TRE DONNE

A decidere sul destino della Scozia sono le donne. A dirlo sono i sondaggi e gli analisti politici: gli uomini hanno deciso, sanno già come voteranno nelle urne mentre sono le elettrici scozzese le più indecise e dalla loro scelta dipenderà l’unione o la secessione dalla Gran Bretagna. Per questo, le più accreditate e motivate a portarle dalla parte “giusta” sono tre donne: Nicola Sturgeon, l’avvocatessa indipendentista dello Scottish National Party, Johann Lamont, insegnante di letteratura e laburista, e Ruth Davidson, la conservatrice.
Mentre la politica britannica, dopo la lunga parentesi di Margaret Thatcher, sembra aver messo da parte le donne, in Scozia sono in primo piano da anni. Il centrosinistra, il centrodestra e i secessionisti hanno leader donne e mai come oggi questa controtendenza nel panorama dell’ancora esistente Regno Unito può risultare fondamentale per il risultato dell’urna. Con un ritardo e una sottovalutazione oggi giudicate irresponsabili, sono ultimamente scesi in campo con scarsi risultati in termini di appeal sia David Cameron sia Ed Miliband, promettendo più poteri e indipendenza fiscale agli scozzesi ma alle fine la scena se la sono presa le tre Lady.
«L’indipendenza non è la bacchetta magica che dalla sera alla mattina risolve i nostri problemi, è una grande, grandissima opportunità che abbiamo per costruire il nostro futuro di pace e di prosperità». Nicola Sturgeon, quarantaquattrenne figlia della working class, milita nello Scottish National Party fin da adolescente. Oggi si è conquistato il posto numero due del partito ma è l’unica che si permette di contestare il capo (Alex Salmond), di disapprovarlo pubblicamente, di criticarlo per le pessime performance televisiva. È l’erede designata ed è stata lei la vera artefice e stratega della campagna referendaria. Gli analisti sostengono che la risalita del fronte secessionista sia in gran parte farina del suo sacco. «Sì le donne sono l’ago della bilancia. Badiamo al sodo. Non ci interessano i discorsi generici. Occorre toccare le corde giuste della concretezza, del bilancio familiare, del lavoro, del benessere in una Scozia indipendente».
Sull’altro fronte, anima e cuore di Better Together», ci sono altre due donne. La conservatrice Ruth Davidson è la più giovane, trentacinquenne, in un partito non proprio liberale ha recentemente fatto outing, dichiarandosi gay. Con lei in trincea c’è la collega laburista Johann Lamont che nel parlamento scozzese parla in gaelico. Tutte e due convinte: «Vinceremo. Poi Londra dovrà delegare molti più poteri a Edimburgo sia in materia di tasse sia di welfare».
Tre donne a orientare le sorti di un Paese, mentre un’altraa, Elisabetta, aspetta un verdetto che per la Gran Bretagna avrà grandi e non certo positive ricadute.
MA

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