Fondazione Marisa Bellisario

READY FOR HILLARY?

C’è qualcuno che può fermare Hillary?». Se lo chiede il Time, che all’ex Segretario di Stato dedica l’ultima copertina, spiegando il senso della domanda con una scarpa femminile che schiaccia un ipotetico rivale nella corsa alle presidenziali del 2016.
La loro candidatura non è stata ancora ufficializzata ma, stando ai sondaggi, al momento il duello per la Casa Bianca si giocherebbe tutto tra Hillary Rodham Clinton e Chris Christie, governatore repubblicano del New Jersey. E la bilancia penderebbe decisamente verso l’ex inquilina. Se un mese fa, infatti, lo scarto tra i due contendenti alla poltrona presidenziale era di appena tre punti, oggi, secondo i numeri forniti dalla Nbc News, a separarli sono ben 13, con Hillary al 50% e il rivale sceso al 37% in seguito al coinvolgimento del suo staff nella decisione di chiudere un ponte per punire un avversario politico (lo scandalo ‘Bridgegate’).
Intanto, ha quasi un anno il primo SuperPac (organizzazione specializzata nella raccolta fondi) a sostegno di Hillary per la sfida del 2016: ”Ready For Hillary” – presieduta da Allida Black, che già guidò un comitato pro-Clinton, il ‘WomanCount’, alle primarie del 2008 perse contro Barack Obama – può contare su oltre diecimila volontari e ha già raccolto più di un milione e 500mila dollari. La Clinton conta inoltre su diversi endorsement di peso – molti espliciti, altri indiretti – dispostissimi a portare la prima donna nella stanza ovale. Da Barbara Bush, a Harry Reid, presidente del Senato, Anna Wintour, direttrice di Vogue; la leader dei democratici alla Camera Nancy Pelosi («Prego perché Hillary Clinton decida di correre per la presidenza degli Stati Uniti. Penso al messaggio che manderebbe alla donne del mondo, se la figura più potente al mondo fosse una donna, e che a occupare quel posto fosse la persona più qualificata»); Henry Kissinger, ex segretario di Stato di Nixon e Ford («Almeno quattro segretari di stato sono diventati presidenti… ma voglio dire a Hillary che, se pure non prendesse quell’incarico, guardando alle storie dei segretari di stato, ci sarebbe speranza per una vita gratificante»). E poi una serie di deputati, senatori e governatori di alto profilo, oltre alle star del cinema, dell’editoria, degli affari.
Dopo Obama, il primo nero alla Casa Bianca, per il popolo americano è forse arrivato il momento di una donna. E la nomina della Yellen, prima donna alla guida della Banca Centrale Americana in cent’anni di storia, forse è il segno che i tempi sono maturi anche per la democrazia a stelle e strisce.
MA

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