È accaduto lunedì 4 settembre: una decina di Direttori territoriali mercato e un capo area, uomini, del Monte dei Paschi di Siena sono stati sostituiti nei loro ruoli da colleghe, donne. Una “imbarcata” femminile che in un mondo fortemente declinato al maschile come quello finanziario, non può passare inosservata. A quanto pare, infatti, alla base della decisione non un semplice turnover ma la decisione di rispettare il principio delle quote di genere, non solo alla base. E la notizia ancora più importante è che, a quanto si apprende da fonti interne, all’origine della scelta non ci sia il management della banca ma un intervento di Bruxelles. A chiedere la virata femminile, a quanto pare, sarebbe stata la Commissione europea che, insieme al Tesoro, ha gestito il salvataggio del Monte dei Paschi.
Sarebbe dunque il primo caso di affirmative action da parte dell’Europa per introdurre una maggiore parità di genere in un settore come quello bancario in cui le donne continuano ad arrancare per scalare posizioni verso i vertici. Ufficialmente la banca ha risposto alle richieste di chiarimenti della stampa con un “no comment” ma certamente una tale “imbarcata” di donne in quel middle management che rappresenta il gradino che precede ruoli di primissimo piano non può passare inosservata ed è difficile attribuirla a un improvviso scatto di parità. Comunque sia, la virata ci piace assai e se venisse da un’imbeccata della commissione, poco male, anzi, potrebbe essere la prima di una serie di azioni per ridurre un gap di genere anacronistico e malsano.
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