Fondazione Marisa Bellisario

PAPA FRANCESCO: PIÙ SPAZIO ALLE DONNE NELLA CHIESA E NELLA SOCIETÀ

di Fabiana Codiglioni
Negli ultimi decenni per le donne si sono aperti “nuovi spazi e responsabilità” e “auspico vivamente possano ulteriormente espandersi tanto nell’ambito ecclesiale che in quello civile e delle professioni”. Così Papa Francesco ha parlato nell’udienza al Centro Italiano Femminile”.
“La famiglia per noi cristiani non è semplicemente un luogo privato ma quella ‘Chiesa domestica’ la cui salute e prosperità è condizione per la salute e la prosperità della Chiesa e della società stessa”, ha aggiunto il Papa rilevando che “la presenza delle donne nell’ambito domestico si rivela quanto mai necessaria per la trasmissione alle generazioni future di solidi principi morali e per la stessa trasmissione della fede”.
L’apporto del ‘genio femminile’ nel lavoro e nella sfera pubblica è importante, ma il ruolo della donna nella famiglia è ‘insostituibile’. Se però deve crescere il ruolo della donna nel lavoro e nella società, allo stesso tempo deve considerarsi ‘insostituibile’ la sua presenza nella famiglia, “a questo punto viene spontaneo chiedersi: come è possibile crescere nella presenza efficace in tanti ambiti della sfera pubblica, nel mondo del lavoro e nei luoghi dove vengono adottate le decisioni più importanti, e al tempo stesso mantenere una presenza e un’attenzione preferenziale e del tutto speciale nella e per la famiglia?”. La risposta, per Bergoglio, deve essere rintracciata nel “campo del discernimento che, oltre alla riflessione sulla realtà della donna nella società, presuppone la preghiera assidua e perseverante”.
“Senza le doti della donna la vocazione umana non può essere realizzata”, ha aggiunto Francesco, sottolineando: “Pensiamo alla Madonna, nella Chiesa crea qualcosa che non possono fare né vescovi né Papi. È lei il genio femminile”. “Le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l’animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l’irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma una realtà senza la quale la vocazione umana sarebbe irrealizzabile”, ha sottolineato Bergoglio.
Già il 12 ottobre scorso Papa Francesco si dimostrò sensibile a riguardo affrontando il tema della maternità.
Spiegò che la maternità non è semplicemente un dato biologico, ma comporta una ricchezza di implicazioni sia per la donna stessa, per il suo modo di essere, sia per le sue relazioni, per il modo di porsi rispetto alla vita umana e alla vita in genere. La maternità non va ridotta solo a “un ruolo sociale”, e “Dio chiamando la donna alla maternità, le ha affidato in una maniera del tutto speciale l’essere umano”.
Papa Francesco segnalò “due pericoli sempre presenti, due estremi opposti che mortificano la donna e la sua vocazione”: “Ridurre la maternità ad un ruolo sociale, a un compito, anche se nobile, ma che di fatto mette in disparte la donna con le sue potenzialità, non la valorizza pienamente nella costruzione della comunità. Questo sia in ambito civile, sia in ambito ecclesiale”. L’altro pericolo, “come reazione a questo, in senso opposto”: “promuovere una specie di emancipazione che, per occupare gli spazi sottratti dal maschile, abbandona il femminile con i tratti preziosi che lo caratterizza.
Egli voleva sottolineare come la donna abbia una sensibilità particolare per le “cose di Dio”, soprattutto nell’aiutarci a comprendere la misericordia, la tenerezza e l’amore che Dio ha per noi.

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