Fondazione Marisa Bellisario

LE DONNE SONO LA SOLUZIONE!

di Catia Polidori*

Sul volo che da New York mi riporta in Italia ho ancora addosso l’adrenalina e negli occhi l’immagine della Hall dell’Assemblea Generale dell’ONU gremita di donne e uomini provenienti dai quarantacinque Stati membri per partecipare alla 69° sessione della Commissione della Nazioni Unite sulla condizione femminile, il più grande forum globale sul tema, che quest’anno ha celebrato il 30° anniversario della Quarta Conferenza mondiale sulle donne e dell’adozione della Dichiarazione e della Piattaforma d’azione di Pechino. Il colpo d’occhio è reso ancor più straordinario dalla macchia multicolore degli astanti. Si è travolti da un’energia creativa potente, tipica dei grandi consessi partecipati da donne alleate per perseguire i medesimi obiettivi. Non me ne vogliano i colleghi, che al contrario ringrazio per aver testimoniato con la loro presenza di credere che il processo verso la Parità abbia bisogno del loro coinvolgimento attivo.

Da due anni sono designata dal Consiglio d’Europa (CdE) a prendere parte alla CSW, in questa particolare edizione ho partecipato in veste di Presidente della Commissione Uguaglianza e Non Discriminazione (Ega) dell’Assemblea parlamentare del CdE, alla cui guida sono stata eletta all’unanimità lo scorso gennaio. È stata per me una preziosissima occasione di confronto sull’efficacia delle politiche sin qui adottate e insieme una chiamata all’azione collettiva per imprimere un’accelerazione al cambiamento di cui tutti abbiamo enorme bisogno, proponendo strategie utili ad affrontare le minacce vecchie e nuove alla richiesta di garanzia di uguaglianza di diritti ed opportunità. Non si tratta, dal mio punto di vista, di reclamare diritti esclusivi per le donne e le bambine, bensì esigerne il rispetto in quanto i loro diritti “sono parte inalienabile, integrale ed indivisibile dei diritti umani universali” (Dichiarazione di Vienna). Nemmeno si tratta di battersi per l’elargizione di ‘benefit’ a vantaggio di una minoranza riproponendo l’eterno scontro tra le due ‘metà della mela’. Al punto in cui siamo oggi, lavorare per l’inclusione non può voler dire escludere una parte, semmai collaborare con essa al benessere del tutto, ove per tutto si intende l’umanità. Quella per le donne è finalmente diventata una partita che possiamo vince solo insieme!

La sfida vera consiste dunque nell’abbandonare l’approccio individuale o, se vogliamo, di “categoria” al problema per adottare un criterio “win-win”: la parità conviene davvero a tutti! Ed è da sabotatori di noi stessi e delle nostre comunità ostinarsi a limitare, quando non addirittura impedire, l’apporto femminile in ogni ambito del vivere civile. È da autolesionisti non utilizzare appieno l’intelligenza e la sensibilità femminili, non valorizzarne il talento e la creatività, sottostimarne la forza, il coraggio e la naturale propensione a farsi “ponte” in famiglia, nei luoghi di lavoro, dentro le istituzioni.

A fare a meno delle donne si fa un danno al benessere socio-economico di intere nazioni.

Ecco perché è quanto mai fondamentale favorire la governance mondiale femminile, specie nel contesto geopolitico attuale, in cui guerre e crisi, inimmaginabili fino a pochi anni fa, minacciano i traguardi raggiunti, non ‘solo’ in materia di empowerment femminile, e dilapidano gli ingenti investimenti stanziati. Le donne devono poter disporre delle stesse opportunità degli uomini di assumere la leadership nei processi politici, sedere ai tavoli di pace ed esercitare il ruolo attivo di mediatrici nei negoziati. Ciò a garanzia dell’equità, della stabilità e del rafforzamento delle nostre stesse democrazie.

Di questi convincimenti ho avuto modo di parlare diffusamente durante il principale evento collaterale “La pari rappresentanza delle donne: ostacoli e soluzioni”, organizzato dalla mia Commissione, in collaborazione con la Grecia e la Rete parlamentare per i diritti delle donne di vivere libere dalla violenza, arricchito dalle riflessioni di eminenti relatori, quali: il Presidente dell’Assemblea parlamentare del CdE, Theodoros Rousopoulos, il Ministro greco per la Coesione e la famiglia, Sofia Zacharaki, e da colleghi parlamentari originari di Paesi funestati in passato da sanguinosi scontri. Attraverso le loro testimonianze, abbiamo compreso l’urgenza di fare rete tra donne in posizioni apicali, al fine di scambiare informazioni ed accrescere l’impatto delle azioni individuali. Del resto, in politica il potere è nei numeri.

Con gli Ambasciatori Maurizio Massari ed Evangelos C. Sekeris, rispettivamente Rappresentante Permanente d’Italia e della Grecia presso le Nazioni Unite, e nei molteplici bilaterali con i colleghi dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’Osce (ODIHR) e di UN Women abbiamo ragionato di temi fondamentali, quali: le mutilazioni genitali, i matrimoni precoci, la tutela dalla violenza e dagli stupri, i diritti riproduttivi ed i nuovi pericoli della rete come il revenge porn ed il cyber bullismo e molto altro.

Il nostro mondo è attraversato da crisi e conflitti che si sovrappongono. Molte e complesse sono le sfide che a vario titolo siamo chiamati a fronteggiare. Tuttavia sono certa, per averlo sperimentato proprio in questi giorni, che finché avremo occasioni di incontro e scambio, sapremo trovare soluzioni positive per tutti.

Le donne sono la soluzione!

*Presidente della Commissione sull’uguaglianza e la non discriminazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa

 

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