Fondazione Marisa Bellisario

LA RIVOLUZIONE “TICKET WELFARE” AI NASTRI DI PARTENZA

Il nuovo «ticket welfare» debutterà in Italia di qui a poche settimane e già ora si annuncia come una vera e propria rivoluzione in grado di far decollare il welfare aziendale e di creare nuova occupazione. I bene fici promessi sono parecchi: aumento del potere d’acquisto dei dipendenti, ottimizzazione dei costi per le aziende, emersione del lavoro nero nell’ambito del lavoro domestico, incentivo del lavoro femminile e maggiori entrate per lo Stato. In Francia dal 2005 grazie ai «Cesu» sono stati creati 1,4 milioni di nuovi posti mentre in Italia, già nel primo anno, si potrebbero creare circa 300mila nuove partite Iva e posti di lavoro qualificato, pari a circa 1 punto di Pil in più.
In sostanza, si tratta di un ticket come quelli che le aziende forniscono ai propri dipendenti in sostituzione del servizio mensa. Può valere anche 2500 euro l’anno e dare accesso a una serie infinita di servizi di assistenza alla persona, dai servizi medici ai trasporti, dagli asilo nido alle materne, ai servizi di assistenza per anziani, sino a buoni libro per i figli, borse di studio, corsi di formazione e spese per il tempo libero.

La novità è stata introdotta con la legge di Stabilità 2016 che ha previsto una forte agevolazione fiscale allo scopo di stimolare le imprese a investire in soluzioni di welfare, sulla falsa riga di esperienze che anche da noi hanno già fatto scuola come l’accordo aziendale Luxottica. Le risorse destinate ai dipendenti sotto forma di pacchetti-welfare sono infatti totalmente detassate sino a 2000 euro l’anno (che salgono a 2500 euro se vengono contrattati anche istituti di partecipazione), con un tetto di 50mila euro di reddito. E dunque rappresentano un’importante integrazione al reddito, tant’è che tutte le piattaforme per i rinnovi contrattuali attualmente in discussione, a cominciare da quella dei metalmeccanici, li prevedono. Per questi progetti il governo ha stanziato una cifra considerevole: 430 milioni di euro per il 2016 e 589 per gli anni a seguire.
Nel caso il lavoratore decida invece di farsi liquidare cash la somma pattuita sarà sottoposto a una tassazione del 10%. Il voucher, ovviamente, conviene di più perché esentasse. Così come al lavoratore conviene ricevere queste cifre sotto forma di premio, visto che in alternativa i 2mila euro erogati, se venissero inseriti in busta paga ,si ridurrebbero ad appena 1270 euro netti.
In concreto i vari utenti che beneficeranno dei nuovi servizi potranno sia accedere a specifiche piattaforme Internet attraverso le quali comporre un menù personalizzato di servizi cui attingere, ma potranno anche ricevere i nuovi ticket in forma cartacea o digitale in tagli che vanno dai 5 a 50 euro.

4 commenti su “LA RIVOLUZIONE “TICKET WELFARE” AI NASTRI DI PARTENZA”

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