Di Ornella del Guasto
In questi giorni la situazione in Brasile si è aggravata con le dimissioni del ministro dell’Economia Joaquin Levy che si è arreso quando, una dopo l’altra, le grandi compagnie di rating, Standard and Poor’s, Fitch e Moodys, hanno degradato il debito brasiliano a spazzatura. Il suo posto è stato assunto Nelson Barbosa un economista notoriamente sostenitore della necessità di aumentare la pressione fiscale. La presidente brasiliana Dilma Rousseff che era a riuscita a fermare la procedura di impeachment ora rischia di nuovo perché la Corte dei conti ha individuato irregolarità nei conti pubblici e bocciato (per la prima volta in 80 anni) il bilancio di un presidente. Lo scandalo riguarda il giro di mazzette collegate alla compagnia petrolifera di stato Petrobas che ha portato ai suoi stretti collaboratori e al suo partito dei Lavoratori, l’accusa di corruzione e malversazione. Accuse di irregolarità riferite anche alla campagna presidenziale del 2014 (sempre per mazzette collegate a Petrobas) in cui la Rousseff è riuscita ad essere eletta a stento.
Il Brasile sta attraversando la peggior crisi dal 1931, la Borsa è crollata, il deficit è raddoppiato al 9,5%, la disoccupazione è aumentata all’8,9%, mentre il real è a picco e l’inflazione supera il 10 %. Il mondo sportivo internazionale guarda con sbigottimento al prossimo agosto quando dovrebbero cominciare le XXXI Olimpiadi che il presidente Lula al tempo dei successi era riuscito a conquistare come trofeo per celebrare l’entrata del Brasile tra le potenze economiche mondiali. A chi controlla l’avanzamento dei lavori lo spettacolo appare pietoso: le acque in cui dovrebbero svolgersi le manifestazioni acquatiche sono vistosamente inquinate e i pagamenti sono in ritardo nonostante il governo si sia fatto prestare ingenti somme dalle banche, tanto che la compagnia internazionale che avrebbe dovuto allestire le infrastrutture elettriche, compito che ha svolto anche nelle altre Olimpiadi, si è ritirata dalle gare d’appalto. In questo quadro, scrive la stampa internazionale, le dimissioni del ministro dell’Economia diventano il pretesto per riprendere l’accusa di impeachment contro Dilma Rousseff.
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