Fondazione Marisa Bellisario

“ITALICUM”: GLI EMENDAMENTI A FAVORE DELLA PARITA’ DI GENERE

Prima la conferenza stampa congiunta, lo scorso martedì, e l’impegno a far rispettare l’equilibrio di genere nella legge elettorale, poi gli emendamenti depositati in commissione Affari costituzionali alla Camera; la questione delle quote di genere è un altro dei nodi da risolvere per arrivare a un accordo sulla riforma della legge elettorale. E sui meccanismi adatti a garantire un’equa rappresentanza femminile, tutti i partiti hanno presentato emendamenti ad hoc.
A partire da PD, che ha presentato una serie di proposte per fare in modo che nelle liste non possano esservi due candidati consecutivi dello stesso sesso (com’è nel testo base dell’Italicum) ma un’alternanza uomo-donna, pena l’innammissibilità della lista. Questo sia per la competizione alla Camera che per il Senato, che rimane in piedi in attesa della riforma costituzionale. Anche nella prima posizione in lista le donne devono essere equamente rappresentate, un emendamento dice che “a pena d’inammissibilità, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50%, con arrotondamento all’unità superiore”. Altri emendamenti, sempre PD, puntano a garantire la pari rappresentanza dei generi come prescrivono gli articoli 51 e 3 della Costituzione. Una modifica a prima firma di Rosy Bindi vuole introdurre le preferenze e nel caso di espressione di una doppia preferenza questa deve riguardare “candidati di sesso diverso” pena l’annullamento della seconda preferenza. Ma la parità dei sessi per il Pd va garantita anche nelle primarie, la competizione per le candidature nelle liste. Un emendamento a prima firma di Marco Meloni chiede infatti che ci sia un numero equivalente di candidature per ciascun genere e si possano scegliere due candidati ma solo di sesso diverso, pena l’annullamento del voto.
SEL E PSI si pongono sulla stessa lunghezza d’onda con tre emendamenti all’Italicum per l’obbligo di alternanza nelle liste, un maschio e una femmina, con capilista che siano al 50% donne.
Nuovo centrodestra chiede che metà dei collegi siano uninominali e per metà delle liste si possa esprimere il voto di preferenza. Attorno a questo impianto chiede anche che ci sia un’equa rappresentanza di genere. In particolare per i collegi uninominali si chiede per “i candidati successivi al primo” che debbano essere “presentati in ordine alternato di genere”. Si specifica che “per le candidate donne può essere indicato il solo cognome proprio o può essere aggiunto il cognome del marito”. Se uno dei due sessi è sbilanciato, nelle liste si cancella, “partendo dal basso, le candidature del genere eccedente fino a conseguire il rispetto del criterio dell’alternanza di genere”. Sono inammissibili le liste ‘monogenere’. Anche per le liste in cui è possibile esprimere la preferenza deve esserci un equilibrio: “Qualora l’elettore esprima due voti di preferenza, questi, pena l’annullamento del secondo voto di preferenza, devono essere per candidati di genere diverso”.
Anche Forza Italia, rappresentata da Elena Centemero, Per l’Italia con Gea Schirò e Irene Tinagli di Scelta civica appoggiano il rispetto del principio dell’equilibrio di genere nella legge elettorale come espresso nella conferenza stampa congiunta. Assenti invece Fratelli d’Italia, M5S (che infatti non ha presentato emendamenti sul tema) e Lega Nord.
MA

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