Fondazione Marisa Bellisario

IN COREA I MATRIMONI COMBINATI SUPERANO LA DIVISIONE POLITICA

Di Ornella Del Guasto
Le donne nordcoreane che rischiano la vita per fuggire a Sud attraverso la sorvegliatissima frontiera, presto devono affrontare un’imprevista conseguenza: la solitudine, scrive Wall Street Journal. Quando No So Yeong arrivò a Seul nel 2008 dopo un drammatico viaggio dal Nord, si scoprì sola in un Paese straniero dove non conosceva nessuno. Si mise perciò alla ricerca di un marito che potesse tenerle compagnia e assisterla in una società sconosciuta. Sull’esempio di altre connazionali si rivolse così a un’agenzia matrimoniale, un’attività in Sud Corea curiosamente prospera dato che ospita più di 26mila profughi nordcoreani, soprattutto donne. Infatti per loro la fuga è relativamente facile dato che sono in larga parte disoccupate mentre gli uomini in Nord Corea sono controllati strettamente sul posto del lavoro. Da parte loro moltissimi uomini sudcoreani, specie quelli che vivono nelle zone rurali, non riescono a trovare moglie e, tra tutte le asiatiche, preferiscono le nordcoreane con cui condividono la lingua e i costumi.
Un’agenzia matrimoniale di maggiore successo è quella di Hong Seung- Woo che, nata nel 2006 e ha già concluso 450 matrimoni. Hong, che ha sposato anche lui una nordcoreana, spiega per esperienza che il maggior obiettivo di una profuga è di fare del Sud Corea la sua casa e il matrimonio in questo è fondamentale. Le donne sono registrate gratis, mentre gli uomini devono pagare una somma pari a $2,800 per il diritto di incontrare 5 donne e l’agenzia garantisce che il candidato non sia disoccupato, già sposato o disabile. Meno ottimisti gli esperti dell’Istituto coreano per l’Unificazione che indicano come spesso nei fatti la mancanza di familiarità tra le due popolazioni porti a incomprensioni e problemi. Infatti le nordcoreane, più ingenue, si illudono che il partner sudcoreano sia romantico come gli attori delle soap opera mentre i sudcoreani pretendono dalle donne del Nord l’obbedienza assoluta che non trovano più in casa. Comunque gli stessi problemi resterebbero aperti nel caso di incontri casuali e allora tanto vale avere la rete protettiva delle agenzie. Ma i critici insistono: “le donne sono trattate come prodotti commerciali. E poi non trascuriamo l’aspetto materiale: quando i profughi arrivano il governo di Seul, dopo adeguate investigazioni, per il loro inserimento concede a ciascuno diverse migliaia di dollari per cominciare la sua nuova vita. E questo accende l’interesse di molti”.

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