A 5 anni dalla peggiore crisi economica da quella del ’29, gli oltre 30 milioni di posti di lavoro perduti non sono stati recuperati. La situazione peggiore riguarda le economie avanzate, anche se 6 su 37, hanno registrato tassi di occupazione superiori ai livelli pre-crisi – Germania, Ungheria, Israele Lussemburgo, Malta e Svizzera-. Ma dei 65 paesi che pubblicano dati sul lavoro trimestrali si registra che in un terzo di questi paesi l’occupazione resta inferiore ai livelli 2007 e che in 22 Paesi ha continuato a cadere in modo costante. Di questi, 18 sono economie avanzate e più della metà si trovano nell’Eurozona tra cui, Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Cipro, ma a sorprendere è anche la presenza in questo gruppo di paesi campioni del welfare nordico come Danimarca, Olanda, Norvegia e Finlandia. Per quanto riguarda l’Italia, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro muove particolari critiche, scrive il Corriere della Sera, all’attuale ministro del lavoro Giovannini sull’ipotesi (ancora da applicare) della staffetta generazionale :”i giovani non dovrebbero prendere il posto di quelli più anziani nel mercato del lavoro. Il governo dovrebbe trovare altri mezzi per sostenere l’occupazione giovanile”. L’Ilo suggerisce l’esempio del sistema di garanzia per mantenere i giovani dentro il mercato del lavoro, incentivi all’assunzione dei più svantaggiati (disoccupati di lunga data e giovani poco qualificati), borse di formazione e soprattutto sforzi per migliorare l’incontro tra domanda e offerta. Altrettanto criticata la riforma della precedente ministra del Lavoro Fornero che facendo lievitare la percentuale dei contratti a tempo determinato ha determinato un’ampia diffusione dell’occupazione precaria.
A partire dal 2007, il numero dei lavoratori precari è cresciuto di 5,7 punti, praticamente uno su tre. Eppure Cile e Colombia, paesi certamente aiutati da una crescita economica robusta, hanno avviato una serie di iniziative che si sono dimostrate positive ed in entrambi l’occupazione giovanile è aumentata del 3,5% all’anno. E’ bene affrettarsi a correre ai ripari perché il futuro è tutt’altro che roseo soprattutto per le economie avanzate che, secondo le proiezioni, nel 20015 avranno 54,3 milioni di disoccupati rispetto ai 29,1 milioni del 2007 mentre in tutto il mondo il numerodei senza lavoro salirà a 207,8 milioni dai 169,7 milioni di 5 anni fa.
ODG
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