Fondazione Marisa Bellisario

GRAN BRETAGNA:IL GAP SALARIALE DI GENERE MOSTRA LIEVI SEGNALI DI MIGLIORAMENTO

di Ornella Del Guasto

Non esiste un Paese al mondo dove le lavoratrici sono pagate come gli uomini, scrive Financial Times. Secondo le stime delle Organizzazioni internazionali del lavoro, lo scarto salariale è di circa il 23% e la differenza, sia pure inferiore, si registra persino in Paesi all’avanguardia nella parità di genere come Svezia, Islanda e Norvegia. La differenza varia da paese, da industria, da titolo di studio, da tipo di lavoro, da età. Persino nello svolgere lo stesso ruolo la donna è pagata meno del collega che le sta accanto. Per molti anni il gap salariale sembrato restringersi ma dal 2012 è tornato ad allargarsi, dal 9,5% al 10% per i lavoratori a tempo pieno. Secondo i sindacati, la disparità è soprattutto accentuato nel settore privato dove è del 19,9% comparato al 13,6% del settore pubblico. Per questo i centri di ricerca più accreditati sostengono che è tempo di studiare una specifica strategia per l’occupazione femminile, dato che quella in atto non ha funzionato.
In Australia ad esempio lo scorso anno il gap è risultato al 26% rispetto al 24% di un decennio fa. La differenza è in parte spiegabile con il rapido aumento salariale dei lavoratori dell’industria mineraria in cui lavorano quasi tutti gli uomini. L’Asia ha il deplorevole primato di registrare la più ampia differenza salariale di genere. Il Sud Corea, che è la quindicesima economia mondiale, presenta un gap addirittura del 40% nonostante Seul abbia incrementato la spesa per realizzare la parità di genere. La ragione la solita: le donne optano per il lavoro part-time per accudire bambini e anziani. Inoltre sono soprattutto impiegate nei settori delle pulizie o dell’infermieristica mentre nell’industria lavorano gli uomini.
Ma anche in USA è la stessa storia: secondo Catalyst,l’organizzazione non profit americana, le donne hanno guadagnato circa $5000 meno degli uomini a parità di lavoro. Anche a parità di titoli si trovano culturalmente un passo indietro: nel settore aereonautico gli uomini sono assistenti di volo e le donne hostess, nella ristorazione gli uomini son chef e le donne cuoche… Insomma agli uomini nella società viene data più importanza e di conseguenza più soldi. Anche tra i laureati la situazione è stata la stessa: secondo Higher Education Careers Services Unit tra quanti si erano laureati nel 2006, nel 2012 nel mondo del lavoro gli uomini guadagnavano mediamente $24mila e le donne tra i $15 -23 mila.
Ma da un anno in Inghilterra qualche segnale positivo tra le ultime leve comincia a registrarsi: Chartered Accountants di Gran Bretagna e Galles dice che per le giovani neoassunte il gap si sta restringendo. Quelle sotto i 30 anni guadagnano il 97% di quello che guadagnano gli uomini (nel 2012 era il 92%). Uno studio ha registrato che nelle industrie con l’orario flessibile, come la Sanità, il gap salariale è minimo rispetto alle industrie con ritmi rigidi come la Finanza.

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