La giuria di Oslo premia la 17enne pachistana Malala Yousafzai, la più giovane vincitrice del Nobel che proprio il 10 ottobre del 2013 aveva vinto il premio Sakarov per la libertà di pensiero. Malala dividerà il Nobel con il sessantenne attivista indiano Kakilash Satyarthi, attivista indiano che si batte per i diritti dei bambini.
È un premio Nobel per la Pace all’importanza dell’istruzione, al cruciale ruolo della scuola a cui devono accedere tutti i bambini a prescindere dalla religione, il paese, le possibilità economiche e contro lo sfruttamento minorile che destina bambini al lavoro e non alla scuola.
La 17enne pachistana Malala Yousafzay, oltre ad essere uno dei simboli dei diritti dei minori, è stata premiata anche perché ha vissuto sulla propria pelle la violenza dello sfruttamento e della violazione dei diritti dei bambini: ”Nonostante la sua giovane età – osserva il Comitato – Malala Yousafzay già da anni combatte per i diritti delle bambine all’educazione e ha dimostrato con l’esempio che i giovani possono anche loro contribuire a migliorare la situazione. E lo ha fatto nelle circostanze più pericolose: attraverso la sua battaglia eroica, è diventata una voce guida per i diritti dei bambini all’educazione”. Malala diventa così la più giovane persona ad aver ricevuto il premio, “record” detenuto da Lawrence Bragg, Nobel per la Fisica nel 1915 a soli 25 anni. Malala è diventata famosa per la sua decisione di donare, a soli 11 anni, il suo diario scritto in urdu alla Bbc, dove raccontava la vita di una bambina sotto il regime talebano nella Valle di Swat. Per questo suo impegno nella lotta per i diritti delle bambine in Pakistan, subì un attacco da parte di guerriglieri taliban: il 9 ottobre 2012, mentre tornava da scuola in bus, un miliziano salì sul mezzo e sparò due colpi che la colpirono alla testa e al collo “non perché lottava i favore dell’istruzione femminile – dichiareranno i Taliban pakistani successivamente – ma perchè faceva propaganda contro di noi e contro la Sharia”. L’allora 15enne venne trasportata d’urgenza all’ospedale di Peshawar e poi trasferita in condizioni critiche a Birmingham, dove venne operata e salvata. Da quel momento in poi, il suo attivismo subì un’accelerata: storico il suo discorso alle Nazioni Unite del 12 luglio 2013. Per il suo impegno, la giovanissima pakistana ha ricevuto, l’anno scorso, il Premio Sakharov per la libertà di pensiero.
Questa edizione del Nobel per la Pace vuole trasmettere anche un altro messaggio di distenzione tra due paesi ormai in guerra dal 1947: l’India e il Pakistan. I due premiati sono un’hindu (Satyarthi) e una musulmana (Yousafzay), l’uno accanto all’altra, a simboleggiare la possibilità di dialogo tra due paesi che per anni hanno combattuto per la nascita di un paese di indiani musulmani e, ancora oggi, per il controllo della regione di confine del Kashmir.
MA
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