Fondazione Marisa Bellisario

PIÙ DONNE NEI CDA DELLE QUOTATE? LA LEGGE 120/2011

di Laura Micca
È il titolo della mia tesi in Scienze internazionali, elaborato in Diritto societario internazionale e affronta proprio il tema della parità di genere negli organi di amministrazione e controllo di società
quotate e controllate. Si, perché di uguaglianza tra uomini e donne non si parla solo per Legge e in ambito strettamente economico ma anche nel mondo accademico e può accadere che le quote di genere diventino il tema di una tesi di Laurea.
L’opportunità dell’introduzione di quote minime di presenza femminile ai posti di comando delle aziende è una questione d’attualità molto dibattuta. Nasce dall’esigenza di contrastare la bassa percentuale di donne in questi consessi, mira a riequilibrare la situazione e si giustifica a volte anche come misura temporanea, soprattutto dove la disparità è più accentuata, per indurre un’ inversione di tendenza. L’ordinamento italiano, nello specifico, si caratterizza per una normativa di buona qualità in tema di pari opportunità tra uomini e donne nel lavoro, costruita sulla base di leggi che nel corso del tempo hanno progressivamente migliorato ed affinato gli strumenti giuridici, raggiungendo livelli soddisfacenti.
Per questo mi sono occupata della L. 120 del 2011, di cui l’Onorevole Lella Golfo è prima firmataria: è una norma che, a mio modesto parere, ha cambiato e sta cambiando in modo significativo le politiche di governance delle società quotate e delle società pubbliche italiane. Quello della “parità di genere” è un tema che mi ha appassionata molto e che tuttora mi stimola nel quotidiano nell’affrontare sempre nuove sfide e nuovi ostacoli che la vita presenta, perché infrangere il “soffitto di vetro” ora è possibile”. La cosiddetta Legge Golfo è la reale testimonianza di come molte società quotate italiane hanno dimostrato grande maturità e modernità anticipando, sul riconoscimento operato dal legislatore comunitario, quello che sarebbe stato il rinnovo del consiglio successivo al 2012 (in tema di “azioni positive”).
Il grado di effettività della normativa è però tuttora ridotto, sussistendo ancora un accentuato divario tra la qualità delle regole e la loro concreta applicazione tra i principi affermati nei testi normativi e l’impatto di questi sulle situazioni concrete.
Il documento vuole essere una testimonianza del faticoso cammino compiuto dal legislatore italiano per giungere all’approvazione della Legge in questione, analizzando le diverse fasi di sviluppo della legislazione stessa attraverso un confronto con il quadro esistente di politiche comunitarie e le legislazioni di altri paesi europei. Ricordo che all’interno del libro dell’Onorevole Golfo “Ad alta quota” veniva riportata una frase che mi ha molto colpita. “La sua è la storia di una donna e, insieme, di tutte le donne”… questo mio elaborato sull’uguaglianza di genere può essere visto come una piccolissima attestazione di tutti questi innumerevoli sforzi registrati fino a oggi.

7 commenti su “PIÙ DONNE NEI CDA DELLE QUOTATE? LA LEGGE 120/2011”

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