Di Ornella Del Guasto
“In Nicaragua la gente è prostrata dall’embargo che è durata dagli anni ’70 agli anni ‘90 “si giustificano le guide ai turisti. Va bene ma sono passati 20 anni e, come scrive su Internazionale Ruben Diaz per lo spagnolo Jot Down, in questo arco di tempo, Daniel Ortega da sandinista rivoluzionario che rovesciò dittatura di Somoza si è trasformato in un leader reazionario e integralista che ha ufficialmente definito il Nicaragua una repubblica “cristiana , socialista e solidale”. Anche il FMI ha classificato il Nicaragua “paese a reddito medio”, che significa che l’economia migliorata e non ha più bisogno dell’assistenza finanziaria permanente. Eppure i bambini continuano a mendicare nelle strade e sono soprattutto le donne a essere poco tutelate. Paradossalmente questo succede in Nicaragua che ,secondo l’ultimo rapporto del World Economic Forum, sull’eguaglianza di genere è decimo al mondo (insieme a Svizzera, paesi Scandinavi e Nuova Zelanda) per la promozione delle pari opportunità ed ha una legislazione all’avanguardia sulla questione femminile, considerata una delle più complete al mondo. Ai vertici delle istituzioni la presenza delle donne supera il 50% e questo ha consentito al ministro degli esteri Santos di proclamare che il paese ha raggiunto l’uguaglianza di genere e dato più potere alle donne. Santos non mente perché semplicemente parla di statistiche e grandi numeri mentre la realtà è diversa. Il Nicaragua è uno dei 5 paesi al mondo dove l’aborto dal 2008 è vietato in qualsiasi circostanza e da allora molte donne muoiono durante il parto, soprattutto le bambine. Delle vittime degli stupri denunciate tra il 1998 e il 2008, quando è stata introdotta la legge che ha reso illegale l’interruzione di gravidanza, oltre due terzi delle ragazze avevano meno di 17 anni e la metà meno di 14. Fino al 200 , secondo cifre affidabili , circa 820 donne ogni anno si rivolgevano al sistema sanitario per malformazioni embrionali o fetali e 600 per gravidanze extrauterine e molari , potenzialmente mortali per la madre. Da quella data tutte le donne sono costrette a portare avanti la gravidanza, altrimenti rischiano il carcere. Nel cosiddetto “triangulo minero”, l’area mineraria dove si estrae l’oro ma che anche una delle più povere del Nicaragua si contraggono ancora malattie infettive come l’hiv perchè i religiosi dei villaggi minacciano gli indigeni che andranno all’inferno se useranno rapporti sessuali protetti. Vicino alla capitale ci sono le zone franche, aree industriali che in realtà sono aree di manodopera a basso costo, a disposizione degli investitori stranieri che occupano centomila persone, quasi tutte donne che non hanno alcuna protezione sindacale. Ma molte di loro hanno cominciato ad organizzarsi, come il movimento Maria Elena Cuadra che finanzia progetti di formazione e di aggiornamento per le donne in prospettiva femminista ,insegnando loro i diritti che hanno per legge e che ignorano. In Nicaragua il femminismo non è un insieme di valori astratti ma una strada per arrivare a conquiste concrete e per questo i movimenti femministi di recente sono entrati nel mirino del Governo insieme alla categoria dei giornalisti. I figli di Ortega controllano tutti i media e hanno avviato “lo smantellamento della stampa critica”.
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