di Valeria Ferrero e Valeria Gangemi
ll 30 maggio 1998 , dopo un lungo periodo di lavoro portato avanti dalla passione e dall’impegno di un gruppo di volontari, a Padova un’assemblea sancì la nascita della Banca Popolare Etica. Dopo anni di sforzi, i volontari fondatori erano riusciti a raccogliere il capitale sociale necessario per ottenere l’autorizzazione Bankitalia alla costituzione di una Banca. Dopo 15 anni, Banca Etica è una realtà non trascurabile con un miliardo di impieghi e una capillare presenza sul territorio ma, soprattutto, è uno di quei pochi punti di luce che impediscono alla speranza di spegnersi. Uno dei progetti che vengono finanziati da Banca Etica é Pangea, una Onlus che si adopera per il riscatto delle donne in Italia, India e Afghanistan attraverso la concessione di microcrediti.
Scriviamo di questo perché sulle colonne de Le Protagoniste avete da subito avuto informazioni e dettagli sul Fondo di Garanzia a sostegno dell’imprenditoria femminile e sul crowdfunding. I mercati finanziari, e soprattutto il sistema bancario sono da tempo orientati alla disintermediazione dettate dal contesto economico e rese necessarie dalle evoluzioni dei regolatori nazionali ed europei. Il microcredito non rappresenta ovviamente una proposta d’interesse per donne imprenditrici o per le donne che puntano a diventare CEO di grandi corporation ma – fatte le debite proporzioni – rappresenta uno strumento importante per il riscatto di donne che realizzano salti sociali altrettanto e forse anche più straordinari con un coraggio e un impegno commoventi.
Non stupisca il fatto che la maggior parte dei destinatari di progetti di microcredito, nel mondo – si parla dell’ 84% del totale – siano proprio le donne. Ma c’è un altro dato. Le donne hanno dimostrato di essere più affidabili e la ragione è semplice: l’attività delle microimprese, nei paesi in via di Sviluppo, spesso si confonde con la gestione famigliare del reddito; chi conosce al meglio tutte le spese che una famiglia deve sostenere? La donna. L’importanza del microcredito è doppia in Italia. Sin ora si è interpretata questa opportunità solo ed esclusivamente per le donne povere del Mondo sia esso terzo od altro. In realtà in Europa e soprattutto nel Mediterraneo è l’occasione che le donne nuove imprenditrici, commercianti, artigiane fondatrici di imprese sociali possono insieme creare business e lavoro. Basta con l’atteggiamento miope e riduttivo del mito delle grandi imprese. La Fondazione premia da sempre anche le PMI e se queste sono state tradizionalmente il motore dell’economia italiana ora sono le preziose basi dalle quali ripartire per rilanciare la ripresa. Il credito al femminile unitamente ai vari incentivi fiscali europei e territoriali insieme alle nascenti zone franche sono e devono avere visibilità’ risalto e tradursi in concrete opportunità.
A tale proposito, segnaliamo che tra le tante iniziative, lo scorso novembre la Direzione Generale per le Politiche dei Servizi per il Lavoro ha avviato il nuovo progetto “Azione di sistema per il monitoraggio e la valutazione del Microcredito in Italia” il cui secondo obiettivo specifico ha la finalità di valutare gli esiti del microcredito in termini d’integrazione sociale e lavorativa di due categorie particolarmente vulnerabili, colpite con maggiore intensità dalle inefficienze e dalle rigidità del mercato del lavoro, sulle quali si sta pesantemente e negativamente ripercuotendo la crisi economica in corso: i giovani e le donne.
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