“Person of the Year”, il premio annuale assegnato dalla rivista Time, viene assegnato per il 2017 alle “Silence Breakers”, le donne che hanno rotto il silenzio e denunciato le violenze e molestie sessuali. Cinque le donne che Time ha scelto di mettere in copertina, a rappresentanza delle tante che hanno trovato il coraggio di denunciare: l’attrice Ashley Judd e la cantante Taylor Swift ma anche Susan Fowler, l’ingegnera di Uber la cui denuncia su un blog lo scorso agosto sul clima di molestie sessuali e misoginia nell’azienda portò al licenziamento del Ceo Travis Kalanick e di altri venti dipendenti. E ancora, Adama Iwu, la lobbysta di Visa che ha lanciato il sito “We said enough” per denunciare le molestie nel mondo del lavoro e della politica, e l’immigrata messicana conosciuta come Isabel Pascual – ma non è il suo vero nome – che ha raccontato pubblicamente le minacce ricevute per aver denunciato molestie sul posto di lavoro.
«La galvanizzante azione delle donne che abbiamo voluto in copertina, insieme a quella di centinaia di altre e anche a quella di molti uomini hanno scatenato uno dei più veloci cambiamenti culturali dagli anni Sessanta ad oggi» ha detto il direttore della rivista Edward Felsenthal presentando la copertina in diretta al Today show su Nbc (e pazienza se quel programma era condotto fino a pochi giorni fa da quel Matt Lauer cacciato anche lui per molestie). «La scelta di quest’anno è particolarmente nello spirito della selezione della “person of the year” che Time fa fin dal 1927. Ci sono individui che ispirano il mondo e queste donne hanno spinto tutti a smettere di accettare l’inaccettabile».
Ha vinto il moviemento #MeToo, nato anni fa grazie all’attivista Tarana Burke e, purtroppo, salito agli onori delle cronache solo dopo il caso Weinstein. Purtroppo, perché, come fortunatamente ha sottolineato la rivista americana, le molestie e violenze sul lavoro non toccano solo le donne in carriera ma anche delle semplici raccoglitrici di fragole. La buona notizia – da quell’America nel bene e nel male ispiratrice di tendenze più o meno discutibili e a cui si guarda per capire dove soffia il vento – è che il 2017, iniziato con la vittoria del maschio alfa Trump (Person of the Year 2016, perchè secondo il Time si può essere al centro dei riflettori mondiali, nel bene o nel male…), si chiude con la rivincita di quelle donne che il Presidente americano ha a più riprese offeso.
Dopo i legittimi festeggiamenti, un auspicio: che le benvenute denunce non si riducano a una sterile caccia alle streghe ma avviino una riflessione seria sul potere e sulla sua disarmante ma perdurante asimmetria… non solo in America.
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