Di Ornella Del Guasto
“Come mai, si interroga The Independent, la Svizzera ha bocciato l’introduzione del reddito di cittadinanza nonostante il referendum fosse stato sollecitato da più di 100mila cittadini?” In base alla proposta ogni svizzero, sia che lavorasse o no , avrebbe dovuto ricevere una somma mensile. La filosofia del provvedimento secondo i sostenitori , si basa sul fatto che in Svizzera come nel resto del mondo metà dei lavori, anche impegnativi quali ad esempio l’assistenza ai malati, agli anziani, la cura dei bambini, i progetti di comunità…. nonostante siano vitali per una società raramente vengono retribuiti. Il “reddito di cittadinanza” quindi è una sorta di aiuto che dovrebbe servire ad incoraggiare la creatività, l’impegno sociale e a cambiare la percezione dell’assistenza come un obbligo inerte. E’ un fatto innegabile che dovunque nel mondo ci sia la tendenza a sminuire il lavoro svolto al di fuori del lavoro tradizionale tanto che è diventato da qualche tempo argomento di dibattito femminile e reso popolare il concetto di “lavoro emozionale”. In tutti i paesi del mondo infatti sono le donne a svolgere una quantità enorme di lavoro che nessuno riconosce loro anche se fuori casa hanno un lavoro pesante quanto i partner maschi. Un reddito universale secondo molte donne finirebbe con l’assimilare il “lavoro emozionale” al lavoro reale favorendo l’eguaglianza di genere. Nonostante la buona intenzione , alla resa dei conti la Svizzera, che pure è un paese ricco, si è però rifiutata di approvare una riforma così radicale dello stato sociale che avrebbe un costo spropositato. Tra l’altro avendo un tasso di immigrazione molto alto, il provvedimento del genere potrebbe tradursi in una smisurata amplificazione del cosiddetto “turismo del welfare”. Al momento quale governo dispone di capitali da poter seriamente sostenere un progetto del genere? Tuttavia se consideriamo quanto negli ultimi 20 anni sia cambiato il modello lavorativo sotto la spinta delle innovazioni tecnologiche è possibile che prima o poi si concretizzi la volontà di stravolgere i sistemi finanziari e i modelli di lavoro tradizionali. E’ un dibattito che si sta valutando in alcune regioni ricche del mondo – la provincia canadese dell’Ontario, la Finlandia, la provincia di Utrech in Olanda – per cui anche se per la Svizzera il momento non è arrivato è ingenuo pensare che non arriverà mai.
11 commenti su “LA VERSIONE FEMMINISTA DEL “REDDITO DI CITTADINANZA””
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