di Valeria Ferrero e Valeria Gangemi
Hillary Clinton deve vincere e la questione non si pone solo nei confronti termini che deve bloccare l’avanzare del qualunquismo e di pericolose derive. Se l’America non ferma la sua anima peggiore, invalida i principi sanciti da una Costituzione, eredità dei padri fondatori, che dal 15 settembre del 1787 rappresenta un esempio di estrema lungimiranza e di pensiero innovativo e che mantiene tra i suoi pilastri il diritto alla felicità. Solo un democratico potrà arginare le politiche industriali che hanno distrutti ricchezza e rinvigorire i principi del capitalismo avanzato, ad esempio con l’incentivazione controcorrente del salario minimo.
Proprio nel cuore del dollaro, solo il sano pragmatismo di una donna potrebbe far recuperare, con scelte economiche e finanziarie adeguate, il terreno valoriale di cui il mondo ha bisogni. La Clinton, che oggi i detrattori chiamano la moglie di Clinton, ha da tempo ampiamente dimostrato le sue doti politiche. Andrebbe eletta solo per la capacità di reagire, co stile e composto senso della famiglia e del dovere, a uno scandalo di portata mondiale causato dalla solita prodezza maschile. Per una studentessa, un Presidente è riuscito a giurare il falso di fronte al suo paese. Ma del resto, se ciò non fosse accaduto, oggi Hillary sarebbe forse conosciuta solo come first lady.
Lei può e deve cambiare il corso della storia per ridare fiducia al sogno che gli americani non vedono più perché troppo imbrigliati nell’edonismo di soldi e potere. Per ridare speranza a generazioni di americani e di immigrati che hanno scelto quella terra per liberarsi dagli incubi della fame, della povertà e della violenza. Con piani di rilancio di un’economia ecosostenibile che sia anche un modello alternativo a quell’Europa ripiegata su sé stessa e che non sembra credere molto nelle donne. Ad eccezione della Merkel.
Il 2008 non è stato solo l’anno di una crisi finanziaria. È stato l’anno dell’avvio di una nuova era basata su paradigmi totalmente nuovi. Solo un diverso modo di vedere le cose potrà fare fronte a un sistema di fronte al quale sembriamo essere tutti ancora inadeguati.
Con occhi nuovi, la locomotiva americana potrà continuare a trainare il mondo. Di fronte a un’Europa che ha smarrito il sogno per l’incapacità della gran parte dei politici di dare concretezza all’ideale dell’Unione. Di fronte ad un Cina che improvvisamente si apre all’occidente con un mercato sconfinato.
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