Di Ornella Del Guasto
Dall’estate del 2015 Frauke Petry ha preso il controllo dell’Afd -Alternative Fur Deutschland- di cui da 2 anni era il portavoce, spodestando il fondatore del movimento Bernd Lucke e diventando la principale minaccia per la cancelliera Angela Merkel. Der Spiegel le ha dedicato la copertina definendola “la predicatrice di odio”. Petry è il volto del nuovo populismo tedesco, magra, esile, fisicamente anonima ,cerca di mostrarsi rassicurante ma moderna. Non è facile seguire un suo ragionamento anche perché non è un oratrice brillante ma è stata abile a lasciar cadere l’argomento su sui è stato fondato l’Afd contro l’euro e contro il salvataggio della Grecia costato troppo caro ai contribuenti tedeschi, per puntare sull’immigrazione che garantisce grandi vantaggi elettorali. Infatti, grazie a lei, l’Afd nelle ultime elezioni regionali ha registrato un’avanzata storica , diventando in laender strategici la seconda o terza forza politica e indebolendo la supremazia della Cdu e dell’Spd. Con il successo politico Frauke Petry ha dato una svolta anche alla sua vita : ha divorziato dal marito, un pastore evangelico, con cui ha avuto 4 figli e ha reso pubblica la sua relazione con un responsabile regionale del partito in Renania –Vestfalia. La sua ricetta è la solita , scrive Le Figaro: paura del declino, paura dell’Islam, difesa dei piccoli contro i grandi, denuncia delle élite. “ I partiti – dice – si sono fatti male da soli. Negli ultimi decenni non hanno sviluppato alcuna prospettiva, si sono seduti sul passato indebolendosi a vicenda. Oggi c’è spazio per una nuova forza politica”. Ma la spinta decisiva al successo del suo movimento xenofobo è la paura dei migranti. La Petry nega qualsiasi somiglianza con il francese Front National “perché noi siamo un partito democratico e tedesco e abbiamo fatto campagna elettorale in Germania su temi regionali e nazionali”. Tuttavia anche se cerca di prendere le distanze dall’estrema destra, il movimento raccoglie i consensi soprattutto nei margini della società. Nel 2015 la Petry è stata uno dei pochi dirigenti politici ad avere il coraggio di tendere la mano al movimento xenofobo Pegida e giorni fa ha creato scompiglio affermando che i poliziotti “dovrebbero avere la possibilità di aprire il fuoco contro gli emigranti che attraversano illegalmente la frontiera”. Come la Merkel, è nata a Desdra nella Germania Est, dove di recente sono nate le manifestazioni contro l’”islamizzazione dell’Occidente”e la sua famiglia si è trasferita in Renania settentrionale-Vestfalia dopo il crollo del muro. Ha studiato chimica e ha fondato con la madre un’azienda specializzata nella produzione di pneumatici ma dal 2013 si è dedicata completamente alla politica. Procede a piccoli passi ma assicura che “saremo in grado di governare molto prima di quanto gli altri credano”. D’altra parte ha appena compiuto 40 anni e ha davanti tutto il tempo che le serve.
8 commenti su “LA POLITICA REAZIONARIA DI FRAUKE PETRY”
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