Perché nessuna donna alla Corte costituzionale? Oggi il Parlamento tornerà a votare per scegliere due giudici della Corte costituzionale. Diciassette fumate nere in cui sono stati votati 23 uomini e 5 donne, relegate in fondo alla lista delle preferenze espresse. Uno sprezzo alla parità di genere che la Corte costituzionale perpetra da 60 anni: su 104 giudici, solo 3 donne e nessuna eletta mai dal Parlamento. Numeri che parlano da soli. L’accesso alla Corte è evidentemente una prerogativa maschile, quasi che l’Italia non abbia illustri giuriste, anche di fama internazionale, che hanno le carte più che in regola per essere elette giudici del massimo organo di garanzia costituzionale.
Oggi circa il 46% dei magistrati è donna ma, come sempre, ai vertici avviene quella rarefazione tanto cara al nostro Paese: si riducono a meno del 10% quelle in posizione dirigenziale. Lo stesso vale in ambito universitario dove le Professoresse ordinarie di cattedra sono appena il 21%, nonostante le donne siano quasi il 60% dei laureati e oltre il 50% degli addottorati.
Il patrimonio di saperi, esperienze e competenze necessario per esercitare la funzione di giudice costituzionale è comune tanto agli uomini quanto alle donne. Per questo non ha senso che il Parlamento continui a escluderle dalla Corte costituzionale. Quanto sta succedendo in questi giorni nell’emiciclo di Montecitorio è una manifestazione di incoerenza del Parlamento rispetto ai principi di parità di genere che esso stesso inserisce nelle leggi a cui devono sottostare tutti i cittadini. Continuare a preferire gli uomini è una scelta politica e sociale miope e sbagliata.
MA
10 commenti su “IL VETO ALLA DONNE NELLA CORTE COSTITUZIONALE”
I commenti sono chiusi.
Pingback: สล็อต ฝากถอน true wallet เว็บตรง 888pg
Pingback: Hot erotic videos
Pingback: z strain mushroom spores
Pingback: ข่าวบอล
Pingback: ข่าวบอล
Pingback: magic mushroom strain guide
Pingback: บริษัทรับทำ SEO
Pingback: ณัฐกรุ๊ป
Pingback: ร้านทำเล็บเจล
Pingback: login dultogel