Lella Golfo (Pdl) annuncia la risposta del ministro Severino sulla struttura
Ho appena ricevuto dal Ministro Severino la risposta scritta alla mia interrogazione circa il completamento e la messa in funzione del carcere di Arghillà e sono grata al Ministro per aver preso a cuore una questione fondamentale per il sistema carcerario calabrese». La parlamentare del Pdl Leila Golfo era raggiante ieri nel comunicare questa notizia. Il carcere di Arghillà è da anni imbottigliato nelle morse della burocrazia e dei finanziamenti che non bastano mai. «Il Ministro mi conferma — ha annunciato ancora la parlamentare – che gli interventi destinati alla struttura sono inseriti nel Piano carceri e che per il suo completamento e rifunzionalizzazione è stato disposto uno stanziamento di 21,5 milioni di euro». Una buona notizia in un settore che soffre molto. I dati sul sovraffoliamento delle carceri sono sempre impietosi. Per questo «credo sia una notizia particolarmente positiva —ha affermato la Golfo-che, dopo i lavori, agli attuali 150 posti detentivi se ne aggiungeranno altri 208, andando così ad alleviare l’emergenza carceri in Calabria, dove l’indice di sovraffollamento dei tredici istituti penitenziari si attesta a un pericoloso 71,2 per cento».
Continuano le buone notizie secondo quanto il Ministro Severino ha comunicato alla parlamentare reggina, da cui si intravede la rassicurazione che l’opera verrà portata a termine. «Viene poi assicurata una costante vigilanza da parte del Ministero —spiega Golfo- per evitare stasi temporali non giustificate. Negli scorsi mesi c’era stato già, da parte delle imprese appaltanti, l’impegno a lavorare a ritmi serrati per assicurare la chiusura degli interventi nel più breve tempo possibile. Confido, quindi che presto potremo inaugurare una struttura dalla storia travagliata ma che, grazie anche al costante impegno delle istituzioni calabresi, non resterà l’ennesima cattedrale nel deserto». Si spera. La storia del carcere è diventata ormai lunghissima e si attende da tempo che si possa dire la parola fine e tagliare il nastro dell’inaugurazione. In un territorio dove la criminalità, organizzata e non, è purtroppo estremamente diffusa, diventa utile più che mai finire la nuova struttura che garantirebbe maggiore comodità agli ospiti e anche una migliore gestione da parte dell’amministrazione e polizia penitenziaria, chiamata a oggi a farsi carico anche dei disagi dei detenuti. «Oltre a risolvere la situazione carcerafia del reggino —conclude Leila Golfo- la sua messa in funzione rappresenta un segnale importante per l’intera Calabria anche dai punto divi- sta della riaffermazione della legalità e della presenza dello Stato. Senza contare che in un momento di crisi e di taglio delle spese pubbliche, non si può dare un simile esempio di spreco di risorse».
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