Fondazione Marisa Bellisario

Afghanistan

Un altro rapporto foriero di numerose missioni e progetti è quello instaurato con l’Afghanistan. È il 2001, quando il Ministero degli Affari Esteri accoglie la proposta della Fondazione per un progetto di formazione per le donne afghane nel nostro Paese, attraverso la concessione di borse di studio. La campagna di solidarietà, dal titolo “100 borse di studio per 100 donne afghane”, rappresenta un aiuto concreto, frutto di uno studio di fattibilità sulle problematiche femminili più urgenti all’indomani della conclusione della guerra nell’Afghanistan post-talebano.

La finalità è contribuire a ridurre, attraverso la creazione di micro-imprese artigianali e la formazione nell’ambito della Pubblica Amministrazione, lo stallo economico della società afghana e avviare la partecipazione delle donne allo sviluppo socio-economico del Paese. Lella Golfo parte alla volta dell’Afghanistan per selezionare donne che posseggano i requisiti richiesti nei settori d’intervento individuati e poco dopo arrivano a Torino, presso la sede dell’ILO, partner del progetto, le prime 26 donne selezionate. A questo primo scaglione ne seguono altri due per un totale di 60 donne, a cui si aggiungono altre 60 potenziali imprenditrici formate in due corsi locali.

L’ultima fase del Progetto, infine, prevede stage presso aziende di imprenditrici amiche italiane della Fondazione. Ma l’impegno in Afghanistan non si conclude qui. Nel novembre del 2003, è la stessa Lella Golfo a partire per Kabul. Momento cruciale del viaggio è l’incontro con Habiba Sorabi, allora Ministro per la tutela delle donne Afghane, con la quale viene firmato un Protocollo d’Intesa. Il Ministro mostra grande apprezzamento per l’iniziativa della Fondazione “Un tetto per le donne” che ha  raccolto 28000 euro destinati alla costruzione dello “Shelter Marisa Bellisario” in cui troveranno rifugio le donne che scappano da casa o vittime di violenza domestica e che spesso, in mancanza di un altro posto dove andare, vengono incarcerate.

Il viaggio in Afghanistan è anche l’occasione per approfondire necessità e risorse del territorio e dare avvio ad accordi con Ministeri e Autorità locali per un Progetto di cooperazione imprenditoriale nel settore tessile. Il Progetto, avviato nel 2005, prevede la creazione di centri pilota integrati per la raccolta e la prima lavorazione del pelo di cammello, importante risorsa del Paese.

Si tratta di centri che offrono tecnologie innovative e supporto per il ritiro, la trasformazione e la commercializzazione, anche all’estero, dei prodotti finiti e che al contempo promuovono l’imprenditoria femminile locale, coinvolgendo le donne afghane in tutte le fasi. Insomma, un rapporto, quello con l’Afghanistan, che continua e che è destinato a produrre  nuovi significativi progetti, discussi proprio nel 2007 nel corso di una visita ufficiale nella sede della Fondazione di una delegazione di donne afghane, guidate da Habiba Sorabi, ora Governatore della Provincia di Bamyan, e che vedeva, tra le altre, Fauzia Kofi, Vice Presidente della Camera Bassa del Parlamento dell’Afghanistan e Hangama Anwari, Commissario dell’Afghanistan Independent Human Right Commission.

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