Durante il suo tour in Europa Michelle Obama in un’intervista a Financial Times ha sottolineato come nel mondo 62 milioni di donne non frequentano la scuola. Queste ragazze trovano barriere insormontabili alla loro educazione: impossibilità di pagare la retta, matrimoni forzati, maternità precoce e fattori culturali come ad esempio la diffusa convinzione in alcune comunità che le donne siano meno capaci di affrontare gli studi degli uomini.
“L’argomento su cui insisto non è solo morale : è sanitario perché le statistiche dimostrano che le ragazze che frequentano le scuole e si sposano e diventano madri più tardi presentano più bassi tassi di mortalità infantile e materna, sono meno predisposte all’Aids e più in grado di immunizzare i figli. E’ anche un argomento di sicurezza nazionale perché l’educazione è una delle migliori armi per combattere l’estremismo. E’ infine anche un argomento economico perché le ricerche hanno rilevato che ogni anno in più una ragazza frequenta la scuola può aumentare il suo potere di guadagno dal 10 al 20% e che quindi mandare a scuola le ragazze può far crescere l’intera economia di un paese. Per me non è solo una questione economica o politica ma anche personale perché sono madre di 2 ragazze. Nei miei viaggi mi capita di incontrare tante giovani e sono sorpresa dalla loro intelligenza, passione e fame di imparare. Ovviamente le mie figlie sono privilegiate e per questo chiedo ai genitori e alle famiglie di domandarsi se escludendo le loro figlie dalle scuole o obbligandole a maritarsi presto non si rendano conto di confinarle ai margini della società e ad una vita dipendente rendendolespesso preda di abusi. Durante la mia visita a Londra io e il premier David Cameron abbiamo ufficializzato una nuova partnership USA–Gran Bretagna per sollecitare la scolarizzazione delle adolescenti nei Paesi in Via di Sviluppo. L’America dall’inizio di quest’anno ha lanciato un’iniziativa chiamata “Let Girls Learn” che coinvolge volontari dei corpi di pace statunitensi per aiutare i PVS a lanciare programmi che aiutino l’istruzione delle ragazze. Un esempio è la donazione di 180 milioni di dollari su 5 anni alla Repubblica democratica del Congo di cui beneficeranno oltre 750mila ragazze. Inoltre Londra e Washington lavoreranno insieme per appoggiare corsi di insegnamento e i nostri sforzi combinati impegneranno 200 milioni di dollari che però non sono sufficienti perché l’educazione delle donne è un problema globale. Per questo nel mio recente tour in Giappone ho coinvolto sull’argomento il premier Shinzo Abe e sua moglie e insieme abbiamo annunciato una simile partnership di aiuto alle ragazze. Nel poco tempo che mi resta come First Lady intendo impegnarmi a coinvolgere quanti più leader mondiali affinchè ogni ragazza, dovunque viva,abbia l’opportunità di sviluppare la promessa che è in lei”.
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