Fondazione Marisa Bellisario

SAMANTHA CRISTOFORETTI È IN ORBITA. “VI PORTO CON ME NELLO SPAZIO’”

L’astronauta italiana, Premio Bellisario 2014, è partita a bordo di una navetta Soyuz dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan per raggiungere la Stazione spaziale internazionale. Comincia così Futura, la missione dell’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea e la prima di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Con Samantha Cristoforetti sono partiti a bordo della navetta il russo Anton Shkaplerov e l’americano Terry W. Virts. Circa 20 minuti dopo il lancio, la Soyuz è entrata in orbita. I motori sono stati spenti e la capsula si è staccata. Il ruolo di Cristoforetti è controllare che tutto sia correttamente funzionante. È l’inizio di un viaggio che in sei ore porterà i tre astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale , dove lavoreranno per quasi sei mesi. Cristoforetti resterà sulla ISS, in orbita a circa 400 chilometri dalla Terra, fino al prossimo 15 marzo.
Prima donna italiana ad andare nello spazio, Samantha: nata a Milano il 26 aprile del 1977 ma cresciuta a Malè, in provincia di Trento, è capitano dell’Aeronautica Italiana. E se il mondo attendeva con emozione la nuova missione spaziale, il paese d’origine di Samantha ancora di più: lì è stato organizzato l’evento “Con Samantha nello spazio”, per guardare insieme il lancio.
“Ho fatto quella che probabilmente è la mia doccia più lunga di sempre” ha twittato l’astronauta che ha deciso di condividere in rete la playlist musicale che la accompagna in queste ore: cinque canzoni dal ritmo intenso e dai titoli quantomai azzeccati, come “Salirò” di Daniele Silvestri, “Don’t Stop me now” dei Queen e “Get the party started” di Pink. Quanto alle mail, nel suo blog Samantha racconta che per i prossimi 6 mesi, la risposta automatica sarà “Mi dispiace, sono fuori dal pianeta per un pò”. “In un giorno come questo – scrive ancora Cristoforetti nel suo blog – sento che la cosa più importante è ringraziarvi: ho avuto molte occasioni per ringraziare pubblicamente le organizzazioni che hanno reso possibile questo volo spaziale. Ma ora vorrei fare dei ringraziamenti più personali alla mia famiglia, ai miei amici, i miei insegnanti, a tutte le numerose persone che mi hanno aiutata ad arrivare a questo giorno, sostenendomi o mettendomi alla prova, insegnandomi qualcosa o semplicemente essendo lì per me. Vado nello spazio con tutta me stessa, con tutto quello che sono e di cui ho fatto esperienza, e porto certamente con me ogni persona che ho incontrato”.
Samantha porterà oltre 10 esperimenti italiani nello spazio e parteciperà a molti dei 200-250 studi in corso sulla Iss. La sua divisa sarà una maglietta super tecnologica con sofisticati sensori per monitorare il sonno in assenza di gravità: porterà poi dei maker sul corpo per studiare le strategie di adattamento alla vita in microgravità. “Avrò l’onore di essere il tecnico di laboratorio e presterò le mie mani, i miei occhi e molto spesso farò da cavia per gli esperimenti dei nostri scienziati” aveva sottolineato incontrando la stampa italiana nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana di Tor Vergata, alle porte di Roma, prima di iniziare il periodo di quarantena cui ogni astronauta deve sottoporsi prima di una missione in orbita. Samantha è anche ambasciatrice Unicef e ha approfittato di queste preziose ore prima della missione per lanciare un appello, attraverso un video messaggio: “Sono Samantha Cristoforetti e sto per intraprendere un viaggio nello spazio. Ma non è la mia unica missione. Come altri astronauti prima di me chiedo il vostro sostegno all’Unicef per una missione di importanza straordinaria: salvare i bambini dalla malnutrizione. Durante questa missione dallo spazio vi terrò vicino ai bambini. Seguitemi”.
Il conto alla rovescia per il lancio della Soyuz verso la Stazione spaziale orbitante non inizia da 10, ma da 10800 secondi, cioè tre ore prima del lancio vero e proprio. E’ una tradizione russa. Il primo compito della navicella sarà di innalzare la propria altezza: questa fase è un vero e proprio inseguimento orbitale, degno della migliore fantascienza classica, con una navicella che corre alla volta di una Stazione spaziale. Il rendezvous tra le due navicelle è automatico, come pure l’attracco, ma l’equipaggio è addestrato per prendere il comando manuale della Soyuz, nel caso in cui qualcosa non funzionasse. Il rendezvous tra le due navicelle è automatico, come pure l’attracco, ma l’equipaggio è addestrato per prendere il comando manuale della Soyuz, nel caso in cui qualcosa non funzionasse

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