Fondazione Marisa Bellisario

STORIE INVISIBILI DI DONNE INCREDIBILI

di Eugenia Roccella*

Sabina Santilli era un’abruzzese coraggiosa e tenace. Seconda di nove figli, diventò sordocieca a 7 anni, a causa di una meningite. Trasformò la sua disabilità in un progetto che oggi accoglie centinaia di persone da tutta Italia: la Lega del filo doro. Nina Sartirana, meglio conosciuta come la sarta del Tricolore, fu una fervente patriota, intessé il Tricolore che sventolò sul castello di Abbiategrasso nel 1848 durante le Cinque giornate di Milano e poi, per non farlo cadere in mano austriaca, lo cucì tra le sottane rischiando la prigionia e la morte. Bianca Mori Paganini fu la donna simbolo della deportazione degli spezzini nei campi di concentramento nazisti; Ginevra Corinaldesi la prima donna medico condotto nelle Marche. Francesca Baggio fu una delle protagoniste del dopoguerra di Asti. Presidente del Centro Italiano Difesa Donna, si adoperò per il recupero delle donne rimaste senza casa e senza mezzi dopo la chiusura delle case di tolleranza in seguito all’approvazione della legge Merlin nel 1958.

Sono solo alcune delle storie raccolte con il progetto LItalia delle donne”, una iniziativa promossa dal mio ministero per riportare alla luce le biografie sottaciute o dimenticate di donne che hanno segnato in qualche modo il loro territorio. Donne che emergono dal buio e dal silenzio grazie a chi le ricorda per il loro operato, per aver fatto la differenza con coraggio, determinazione, inventiva. Storie invisibili di donne incredibili, è lo slogan dell’evento, ma si può rovesciare: storie incredibili di donne Invisibili.

Sappiamo che le donne in realtà sono sempre state protagoniste nella storia dell’umanità, magari da invisibili, chiuse tra le mura domestiche come madri e mogli, hanno tessuto la tela di una storia minima eppure fondamentale, la storia della cura. Oppure sono riuscite, tra mille difficoltà, a uscire da quelle mura, e a rompere i tanti soffitti di cristallo, ad essere le prime a…”. Le prime a fare un mestiere o uno sport, le prime ad affermarsi in un campo riservato ai maschi, le prime a ribellarsi.

In una storia scritta dagli uomini, fatta di imprese, guerre, politica, sconfitte e vittorie, è importante recuperare la storia al femminile, in tutte le sue sfaccettature e complessità, tornando a dare valore a tutto quello che le donne hanno fatto e sono state. Perché esiste una memoria cancellata, o perlomeno ancora troppo poco condivisa. Noi donne siamo state, e siamo, tutto: scienziate, imprenditrici, mediche, artiste, donne di spettacolo, scrittrici, educatrici, filantrope, fondatrici di ordini religiosi, politiche, sportive, sante, protagoniste della vita mondana o dei salotti culturali, e persino guerriere, ricche sempre di creatività, di passione e di vita. Ma anche portatrici di quella dimensione intima, di quelle competenze di cura, che nei manuali non vengono raccontate.

Oggi finalmente tante studiose si sono applicate a ricostruire storie e vite incredibili di donne più o meno invisibili, e noi tutte siamo grate di questo lavoro. Ma queste storie rimangono troppo spesso chiuse negli ambienti universitari, nelle biblioteche e negli archivi. Con l’Italia delle donne abbiamo voluto rovesciare il metodo con cui si cerca di diffondere tra più ampi strati di popolazione le conoscenze acquisite nei luoghi del sapere. Vogliamo che dai territori, dai comuni, dal ricordo ancora vivo, emergano vicende e volti che magari possiamo portare all’attenzione degli studiosi. Perché pensiamo che in questo modo sia più facile che le storie siano meno invisibili, che la memoria sia più condivisa.

Quando ci dicono che i dati positivi sull’occupazione femminile non bastano, che contro la violenza bisogna fare di più, che la promozione dell’empowerment non si ferma con lo sfondamento di un tetto di cristallo che solo qualche decennio fa sembrava irraggiungibile, quello della guida del governo, rispondiamo che è tutto vero. Che i record occupazionali sono punti di partenza e non di arrivo, che contro la violenza non ci si può fermare finchéé anche una sola donna verrà ancora uccisa, che avere una donna a capo del governo è una grande conquista ma anche una grande responsabilità.

Noi questa responsabilità stiamo cercando di onorarla al meglio. Sapere che voltandoci indietro ci sono i volti non più cancellati di tante donne venute prima di noi è un motivo in più per andare avanti.

*Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità

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2 commenti su “STORIE INVISIBILI DI DONNE INCREDIBILI”

  1. Barbara di Leo

    Forse non c’entra in questo contesto ma a Milano,un grande Teatro milanese come il Teatro Nazionale ha ospitato lo spettacolo di Fabrizio Corona che e’ un attacco alla persona di Selvaggia Lucarelli, una donna giornalista . La stessa ha commentato: cosa si aspettavano da Corona che recitasse Moliere? Come sempre arguta e ironica ha saputo indicare chi sono i veri responsabili e cioe’ l’agenzia di spettacolo che ha programmato lo spettacolo: la Stage Entertainement ITalia srl . Ebbene io dico che la resaponsabilita’ di questi incompetenti e in malafede e’ evidente e che hanno svalutato e deprezzato la grande cultura teatrale di Milano offendendo la qualita’ culturale che a Milano spetta. Abbiamo un Teatro Lirico dedicato a Giorgio Gaber e questi invitano un delinquente come Fabrizio Corona per insultare una donna , giornalista come poche ce ne sono in Italia per professionalita’, intelligenza e ironia. Mi auguro uno shit storm su Stage Entertainement Italia srl! Poveri gli artisti veri, gestiti da dei bulli senza scrupoli come questi di Stage Entertainement Italia srl. Vergogna!

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