di Giulia Catricalà*
Là dove, nell’VIII secolo d.C., il re del Wessex Ine volle edificare una casa per i pellegrini anglosassoni – la Schola Saxonum – sorge oggi il complesso di Santo Spirito in Sassia. Le sue Corsie Sistine, ornate di straordinari affreschi secolari, hanno accolto la venticinquesima edizione di “Donna, Economia & Potere”, la rassegna che da un quarto di secolo riunisce le protagoniste della vita economica, politica e culturale italiana.
Ideato dalla Fondazione Marisa Bellisario, la cosiddetta “Cernobbio delle donne” ha celebrato la sua edizione d’argento come un autentico laboratorio di visione collettiva: due giorni di confronto serrato sulla prospettiva di “governare il presente per generare futuro”.
Lella Golfo, anima e artefice del simposio, ha ricordato magistralmente che «generare futuro è un atto di fiducia», una responsabilità condivisa che richiede coraggio, concretezza e capacità di sintesi tra mondi diversi. Così, nei dodici tavoli di lavoro che hanno animato la prima giornata, si è discusso di Europa, welfare e demografia, intelligenza artificiale, imprese, transizione ecologica, medicina di genere e leadership. Dodici conversazioni intrecciate come capitoli di un’unica narrazione: la ricerca di un nuovo equilibrio tra sviluppo, coesione e sostenibilità.
Tra i momenti più intensi, il tavolo dedicato a “Salute & Genere: la nuova frontiera della medicina”, che ha offerto una scrupolosa riflessione sulla necessità di una ricerca realmente inclusiva. Gli speaker hanno messo in luce come la medicina porti ancora impressa una matrice androcentrica: il corpo maschile, infatti, è assunto a misura, mentre quello femminile si vede troppo spesso relegato a eccezione. Da qui l’urgenza di una svolta culturale e metodologica che sappia tenere insieme sia gli indicatori biologici che i fattori di contesto: perché il genere non è solo mera biologia, ma anche ambiente, relazioni e condizioni sociali.
Si è parlato persino di “città empatiche”, luoghi che restituiscono ai cittadini il loro volto più umano, e di invisibilizzazione medica, cioè la tendenza di medici e infermieri a invalidare sistematicamente il dolore femminile. Una realtà che determina gravi ritardi diagnostici (fino a 12 anni) per le malattie croniche femminili.
L’ortopedico Francesco Bove, presidente della fondazione AILA Onlus per la lotta all’artrosi e all’osteoporosi, ha evidenziato l’importanza della diagnosi precoce, sottolineando la maggiore predisposizione delle donne a sviluppare queste condizioni, e in generale condizioni di dolore cronico.
La presidente della Società Internazionale di Medicina di genere, Anna Maria Moretti, ha richiamato l’attenzione su esempi emblematici, come il tumore al colon e l’infarto, evidenziando come i sintomi nelle donne si manifestino in maniera differente e siano spesso meno conosciuti, con conseguenze anche fatali.
Tutte le personalità del tavolo, compreso il neurochirurgo di fama internazionale Giulio Maira, hanno acceso un faro sull’importanza della prevenzione e di una maggiore sensibilizzazione sugli screening oncologici.
Il dibattito ha tessuto insieme saperi scientifici, sensibilità umanistiche e riflessione sociale, tracciando un orizzonte di comprensione fino a oggi trascurato.
È in questo spazio che la medicina di genere può trovare la sua radice più intima: studiare il corpo femminile nella sua unicità e complessità biologica, aldilà dei bias culturali e accademici.
Nella seconda giornata si è tenuta la quinta edizione del contest B-Factor, dedicato alle startup femminili: una miniera di idee e di futuro che trasforma la forza dell’inclusione in impresa.
Tra i messaggi giunti alla presidente Golfo durante la “Cernobbio delle donne”, spicca quello di Papa Leone XIV, che ha voluto celebrare «la capacità del genio femminile di rendere il mondo più bello mediante la sua sensibilità e determinazione». Il Pontefice ha auspicato che il simposio «ponga in evidenza il ruolo essenziale della donna per la vita e la cura della comunità». Parole che sono apparse come un battesimo spirituale dell’intera manifestazione: un invito a riconoscere nella cura, nella visione e nella responsabilità condivisa la forma più alta del potere.
*Giornalista e scrittrice
