Fondazione Marisa Bellisario

ESG E LEADERSHIP (AL) FEMMINILE

di Elisabetta Ripa*

Sarà stata la bellezza dei soffitti della sala del Convitto Giovanni Falcone, sarà stata l’atmosfera vacanziera di una Palermo ancora estiva o la bellezza mozzafiato della Cappella Palatina e l’eleganza della cena nei giardini del Palazzo dei Normanni ma ricorderò questa edizione di “Donna Economia e Potere” con un entusiasmo simile a quello delle gite scolastiche della mia adolescenza.

La cornice dell’Evento era effettivamente splendida e splendide sono state le mie compagne di viaggio nel Tavolo dedicato a ESG e leadership (al) femminile. Gli interventi di tutte le partecipanti sono stati appassionati, propositivi, energici e sempre basati su dati solidi ed esempi concreti; farei sicuramente torto alla proficua coralità del confronto se ne citassi solo alcuni non potendoli citare tutti.

Dal dibattito è emersa indiscutibilmente una elevata sensibilità al tema della sostenibilità ambientale (e questo non solo perché la temperatura esterna superava i 35 gradi….), alla necessità di sviluppare il business non lasciando dietro nessuno, nel rispetto dei diritti dell’individuo e delle minoranze, alla necessità per l’Italia di approfondire i temi della corporate governance per tutelare gli interessi di tutti gli investitori e ispirare la gestione aziendale alle migliori prassi internazionali.

Abbiamo condiviso come l’attenzione alla creazione del valore sostenibile nel tempo per tutti gli stakeholders – principio alla base delle politiche ESG – sia meglio declinata dalla leadership AL femminile più inclusiva e meno focalizzata sui risultati di corto respiro. Nel confronto è emersa, tuttavia, con chiarezza un’Italia a due velocità anche su questi temi: più organizzate e (formalmente?) consapevoli le grandi aziende, meno strutturate le PMI (per esempio, solo il 24% di questa categoria valuta gli impatti ambientali della loro attività) e tanta, tantissima strada da fare ancora sulla leadership femminile (solo il 2% delle aziende quotate è guidato da CEO donna – sigh!). E su questo ultimo punto il Nobel per l’Economia a Claudia Goldin parla da solo.

Per quanto mi riguarda, occuparmi di progetti industriali in grado di partecipare alla costruzione di una società più equa e inclusiva lungo l’intera catena del valore, proteggere l’ambiente e creare opportunità per le generazioni future è stato sempre fonte di grande entusiasmo e il criterio di scelta delle mie sfide manageriali: accelerare l’inclusione digitale con la fibra di Open Fiber e sviluppare la mobilità elettrica quale alternativa possibile alla decarbonizzazione dei trasporti con Enel x Way, vanno in questa direzione.

In questi anni ho però capito che i principi di sostenibilità ambientale, l’attenzione alla creazione di valore nel tempo, l’equilibrio di genere e la buona governance devono essere parte integrante della strategia aziendale e che non bisogna mai abbassare l’impegno da parte del Vertice Aziendale perché, basta poco per tornare al passato.

Per questo è fondamentale continuare a parlarne, a confrontarci come abbiamo fatto a Palermo valorizzando le esperienze e i punti di vista di ciascuno. Di questo ringrazio Lella e la Fondazione Bellisario che ci hanno dato l’occasione perfetta in una atmosfera unica in cui – ciascuna di noi – si è sentita meno sola al comando del proprio futuro.

*già CEO Enel X Way

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