Fondazione Marisa Bellisario

CITTÀ SOSTENIBILI

di Paola Deda*

Cosa e come è la città sostenibile e quali cambiamenti sono necessari per arrivarci?

La discussione al nostro tavolo è stata franca e concreta, esplorando il vero significato di sostenibilità per una città che mette il cittadino al centro. È emerso chiaramente che sostenibilità non significa solo prosperità economica e rispetto per l’ambiente, ma richiede anche un’attenzione profonda alla dimensione sociale: alla comunità e agli individui che in città ci vivono e lavorano.

L’idea emersa è quella di una città a misura d’uomo, dove la tecnologia è al servizio delle persone. Una città “smart” non è necessariamente solo “connessa,” ma è soprattutto un luogo in cui i servizi sono facilmente e rapidamente accessibili, a distanze percorribili a piedi. Inoltre, la natura viene valorizzata non solo come risorsa per mitigare e adattarsi al cambiamento climatico, ma anche come spazio di socialità e interazione.

Una città sostenibile è una città che cresce in modo compatto, evitando di espandersi a macchia d’olio e preservando terreni e risorse. È capace di “rinaturalizzarsi,” dedicando ampi spazi verdi per aumentare la porosità e la permeabilità del suolo, diventando così più resiliente e pulita.

La città sostenibile è circolare e ricicla le proprie risorse e si affida a mezzi di trasporto moderni, riducendo la presenza di automobili. Così facendo, diminuisce l’inquinamento e favorisce la mobilità pedonale e ciclabile. In questo modello, tutto è accessibile entro 15 minuti a piedi o in bicicletta, secondo il principio della “15-minute city.”

La città sostenibile è inclusiva e progettata per rispondere alle esigenze di tutti, con particolare attenzione ai cittadini più deboli e vulnerabili. Si preoccupa della sicurezza, delle necessità delle donne, degli anziani e dei bambini, senza dimenticare alcuna fascia sociale o categoria, integrandoli tutti armoniosamente.

Questa città si avvale di una governance intelligente e capace, dove le donne rivestono un ruolo sempre più rilevante come sindache, amministratrici e architette di un nuovo approccio alla pianificazione urbana. È una città che dialoga con altre, apprende dagli esempi di sostenibilità in tutto il mondo, interagisce e replica le migliori pratiche dove necessario.

È una città che costruisce solo dove occorre, e preferisce riqualificare e rigenerare. Valorizza ogni spazio, trasformando le aree vuote in spazi comuni, verdi e accessibili. Costruisce con cura, risparmia energia e utilizza materiali isolanti adeguati, facendo scelte costruttive e architettoniche mirate.

Nella città sostenibile, il pubblico collabora con il privato per creare soluzioni moderne, promuovendo accessibilità invece di esclusività, contribuendo a renderla sempre più diversificata. È proprio questa diversità, unita all’efficienza, a renderla speciale, competitiva, vivibile e aperta.

È una città in cui la pianificazione nasce da scelte condivise, consultazioni, riflessioni e discussioni approfondite. Qui, ogni cambiamento si basa su attente analisi di impatto ambientale e sociale; le decisioni non vengono prese in modo affrettato o incauto, ma supportate da scienza, dati concreti, buone idee e buon senso.

E non è una chimera o un’utopia, perché si basa su scelte fattibili, tecnologie esistenti e forme organizzative e di governance già collaudate. Chi sedeva attorno al tavolo ci sta già lavorando concretamente, pur scontrandosi ogni giorno con una legislazione obsoleta e un quadro normativo eccessivamente burocratizzato. È dunque con i legislatori, i politici e i policy-maker che il dialogo deve proseguire, affinché leggi e procedure possano essere adeguate alla visione di città capaci di trasformarsi anche nel breve periodo.

Ma l’importante è cominciare, anche in piccolo, trasformando una piazza e un edificio alla volta, perché nulla parla più forte della realtà costruita e del cambiamento vissuto e apprezzato. È quindi essenziale imparare da altre città, scambiandosi idee, esempi e best practices, per vedere come hanno fatto altri e adattare progetti e soluzioni alla nostra visione di cambiamento.

Un messaggio quindi positivo, nonostante una realtà complessa e un futuro incerto, perché le città restano la culla della civiltà e, quindi, del cambiamento. E da lì possiamo iniziare.

*Director Forests, Land and Housing Division, UNECE

 

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2 commenti su “CITTÀ SOSTENIBILI”

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