Fondazione Marisa Bellisario

DONNE NEI CDA DELLE CONTROLLATE PUBBLICHE: RAGGIUNTA QUOTA 29%

Emilia Romagna al Regione più virtuosa con il 32,9%, fanalino di coda la Calabria con il 18,4%. Ma tra gli Amministratori Unici le donne restano 8.4%
Un successo davvero insperato! Che nelle società quotate si sia arrivati a quota 30%, è già un dato che ha stupito, anche i più favorevoli alle quote. Ma che lo stesso risultato (appena un 1% in meno) si potesse raggiungere anche nelle società controllate dalla Pubblica Amministrazione, è un risultato che va al di là di ogni più rosea aspettativa. In primo luogo perché nelle società a controllo pubblico, la legge è entrata in vigore più tardi (Febbraio 2013 contro Agosto 2012 delle società quotate) e pertanto più della metà delle controllate è ancora al primo rinnovo e pertanto avrebbe dovuto garantire per legge il 20% di donne. In secondo luogo perché sin dall’inizio era chiaro che i controlli e il monitoraggio sulle società pubbliche sarebbe stato molto più complesso e quindi le possibilità di “svicolare” certamente più ampie.
E invece no: le società a controllo pubblico si sono adeguate alla Legge Golfo sulle quote di genere prima e meglio anche di quanto prescritto.
Ancor più passando dalla media ai dati territoriali: 30,8% al Nord, 29,8% al centro e – purtroppo e inesorabilmente – appena 23% al Sud. D’altro canto, un Mezzogiorno indietro anni luce sull’occupazione femminile non poteva dimostrarsi all’avanguardia sul questo fronte….
In particolare, al Nord la presenza di donne negli organi collegiali è inferiore al 30% soltanto in Piemonte e in Trentino (rispettivamente 28,4% e 28,8%) mente la quota di un terzo è stata pressoché raggiunta da Emilia Romagna (32,9%) e Friuli Venezia Giulia (32,4%) ed addirittura superata dalla Valle D’Aosta (33,8%). Nell’ambito delle regioni del Centro le donne ricoprono un numero maggiore di cariche in Umbria (32,9%), mente nelle Marche, Regione con minore presenza femminile tra le regioni del Centro, solo una carica su quattro è riservata alle donne. Restano, invece, al di sotto di questa proporzione diverse regioni del Sud e delle Isole: Calabria (18,4%), Basilicata (19,3%), Sicilia (19,5%) e Campania (21,2%). L’Abruzzo, invece, brilla con una presenza femminile ben più elevata, pari al 31%.
Stessa situazione se si opera un’altra scorporazione tra consiglieri di Amministrazione e Sindaci (la legge riguarda entrambi. Nel complesso, infatti, in Italia le donne giungono a essere il 24,2% dei membri dei Consigli di Amministrazione ma le differenze restano marcate, anzi marcatissime: 17,5% al Sud contro il 26,3% del Nord e 26,1% del Centro.
Ultimo dato utile: attualmente sono dirette da un organo monocratico circa il 36% delle società pubbliche. Dei più di 1200 Amministratori Unici a capo di queste società, circa 100 sono donne, l’8,4% del totale. Sarà un caso o una scappatoia???

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