Fondazione Marisa Bellisario

“IO NON RISCHIO SCUOLA”: LA PREVENZIONE CHE PARTE DAI BAMBINI

di Franca Scagliarini*

L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio idrogeologico e sismico del Mediterraneo per la sua posizione geografica, tra la placca africana e quella euroasiatica.

Non è ancora possibile prevedere con certezza quando, e con quale forza e dove si verificherà il prossimo terremoto o le prossime esondazioni dei fiumi. Sappiamo però quali sono le zone più pericolose e a rischio e cosa è possibile aspettarsi dalle future calamità.

La Protezione Civile è un sistema integrato fatto di persone, competenze, professionalità e risorse che lavora per prevedere, dove possibile, situazioni di pericolo e attivare misure di prevenzione volte ad accrescere la sicurezza di tutti.

Un obiettivo importante, che può essere raggiunto solo se ciascuno di noi, sentendosi attore di questo sistema, agisce di conseguenza. Nelle piccole e grandi scelte di ogni giorno, come in caso di emergenza. Siamo tutti Protezione Civile.

La campagna di comunicazione “Io Non Rischio-Buone Pratiche di Protezione Civile” si rivolge a tutti nella consapevolezza che ciascuno di noi può contribuire a costruire una comunità nel suo insieme più preparata e resiliente.

In un mondo pieno di insidie, violenza, guerre, dove i grandi spesso sembrano dimenticare i più piccoli, terminato il periodo lavorativo, ho deciso di affiancare i bambini nelle loro fragilità.

Tante sono le tematiche da approfondire e scegliendo la Protezione Civile tramite il Ministero dell’Istruzione e del Merito, sono entrata nelle scuole di ogni ordine e grado per parlare ai ragazzi e capire insieme ai docenti come seguire le buone pratiche in caso di calamità. Come aiutare chi è in difficoltà, salvare animali e ambiente senza paura ma sfruttando le conoscenze che tutti dovremmo avere.

Conoscere la differenza fra pericolo e rischio, il significato di protezione e volontario, alluvione e terremoto, giocando con i ragazzi senza creare allarmismo fa bene al cuore.

“Ma voi volontari salvate le persone? Nei giorni scorsi è caduta molta pioggia e il fiume vicino a casa mia era in piena, hai salvato qualcuno?” Le domande dei ragazzi, il loro senso pratico e la loro curiosità, riportano a una immediata concretezza senza troppe giravolte.

La parola Volontario racchiude tanto, un mondo complesso e nello stesso tempo coinvolgente. Sì, perché chiedere alle famiglie di raccontare storie di criticità vissute fa emergere una triste realtà… “Mio nonno mi ha raccontato che durante l’alluvione del 1966 ha portato in salvo animali e aiutato molte persone.., “Mio papà e mia mamma hanno detto che sì, c’è stata una forte scossa di terremoto nel 2012 ma non hanno saputo dire altro e non essendo stati toccati dal sisma non se ne sono occupati”.

La linea del tempo a disposizione dei ragazzi è spesso tracciata dalla generazione dei nonni, saltando completamente quella dei genitori. “Giovani imparate ad ascoltare e non dimenticate i nonni. I nonni ci insegnano tanto” – Papa Francesco 2024

Fidarsi e affidarsi agli altri quando ci sono emergenze è la base del nostro lavoro. Difficile da fare capire per tanti motivi ma è l’A B C da seguire durante i soccorsi.

Conoscere le criticità del territorio in cui si vive, sapere in quali punti di raccolta recarsi in attesa dei soccorsi quando si deve abbandonare la propria abitazione anche solo per qualche giorno, è la base del vivere insieme. Spesso la parola “insieme” viene disattesa e non ci si riconosce in una socialità che è sempre più necessaria ma che non conosciamo e vediamo lontana da noi perché “tanto a me non succederà”.

La campagna “Io Non Rischio” sostenuta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, si svolge ogni anno nel mese di Ottobre nelle principali piazze italiane, è il momento più importante della campagna di prevenzione e conoscenza rivolta ai cittadini.

“Io Non Rischio Scuola” si rivolge ai ragazzi per apprendere insieme ai noi volontari, i comportamenti da tenere nelle situazioni di pericolo.

“L’attimo decisivo” è il minuto in cui tutti noi dobbiamo agire: conoscere le opportunità che abbiamo, fin da subito, per far sì che i rischi non ci facciano male. Non è una cosa che si insegna ma si impara “facendo tutti insieme”.

In Emilia finora abbiamo raggiunto oltre mille studenti con cinquanta insegnanti, abbiamo capito dai loro sorrisi e riscontri che siamo sulla strada giusta. “Lo sai ne ho parlato ai miei genitori che non sapevano cosa fare in caso di allagamento? Glielo ho spiegato e adesso anche loro sono più consapevoli”. Queste sono le frasi più belle che i ragazzi riportano e che rendono onore al nostro impegno.

Il coinvolgimento di un ragazzo raggiunge sempre anche la famiglia e quindi le buone pratiche iniziano a circolare.

Aumenta la consapevolezza che “nessuno si salva da solo” e in questi periodi di clima impazzito e altre calamità, ci sentiamo più uniti.

I ragazzi sono molto attenti, raccontano e recepiscono immediatamente quello che, come volontari, cerchiamo di trasmettere. Ci chiedono di ritornare per ragionare insieme su casi realmente accaduti e quali azioni abbiamo messo in campo per aiutare chi ha avuto danni.

Le attività proseguono a livello nazionale e come volontari siamo disponibili a interventi specifici alle varie situazioni richieste. Le aziende, con interesse e motivazioni diverse, si affiancano a noi per coinvolgere i loro collaboratori. Anche questo è welfare e buona pratica.

“E tu non rischiare, si può salvare una vita o ridurre il rischio di maggiori danni”.

Anche questo è volontariato!

*Comunicatore per la Presidenza Consiglio dei Ministri – Dipartimento Protezione Civile Nazionale

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1 commento su ““IO NON RISCHIO SCUOLA”: LA PREVENZIONE CHE PARTE DAI BAMBINI”

  1. Grazie per tutto ciò che state facendo. Complimenti per questa bellissima iniziativa

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