di Ruthann Granito*
Il 1° gennaio 2024 negli Stati Uniti è entrato in vigore il Corporate Transparency Act (CTA), una normativa familiare all’Italia che dal 2023 conosce l’obbligo per tutte le società iscritte nel registro delle imprese di comunicare il proprio “titolare effettivo”.
Il CTA, infatti, prevede che i titolari di piccole imprese statunitensi siano ora tenuti a presentare relazioni sulla trasparenza aziendale con informazioni sulla proprietà effettiva e ciò al fine di promuovere la trasparenza del mercato e combattere i reati finanziari.
In linea con quanto previsto dall’attuale disciplina italiana, si qualifica come “beneficiario effettivo finale” l’individuo che esercita direttamente o indirettamente un “controllo sostanziale” sulla società o possiede almeno il 25% delle sue azioni.
Tutte le società costituite o registrate negli Stati Uniti come LLC o LLP prima del 1° gennaio 2024 (ad eccezione di quelle entità che, per loro natura, sono già obbligate a divulgare le proprie informazioni sulla proprietà effettiva alle autorità governative statunitensi, come società quotate in borsa, banche, società di intermediazione mobiliare e le cosiddette “grandi società operative”), sono tenute a presentare tale rapporto alla Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN), un’agenzia del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, entro il 1° gennaio 2025 o, se costituite o registrate dopo il 1° gennaio 2024, entro 90 giorni dalla data di costituzione o registrazione.
La mancata ottemperanza può comportare sanzioni fino a $ 500 al giorno per ogni giorno di ritardo nella segnalazione, nonché una multa fino a $ 10.000 e/o la reclusione fino a due anni, sanzioni decisamente più gravi di quelle ad oggi applicabili alle società italiane inadempimenti.
Proprio come accadde in Italia a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 9 ottobre 2023 del decreto Mimit, con cui si introduceva l’obbligo di comunicazione dei titolari effettivi al Registro delle Imprese istituito presso le Camere di commercio, e che fu provvisoriamente sospeso a seguito dei ricorsi presentati dalle associazioni di categoria e dalle società fiduciarie, così il 3 dicembre 2024, la Corte distrettuale degli Stati Uniti ha emesso un’ingiunzione preliminare a livello nazionale che sospende l’applicazione da parte del governo del Corporate Transparency Act (CTA) e dei suoi regolamenti attuativi.
Una disciplina normativa comune con un destino comune… così come è comune è l’incertezza sulle sorti del nuovo obbligo che, tanto in Italia, come negli Stati Uniti, non riesce a vedere la luce.
Se in Italia il 15 ottobre 2024 il Consiglio di Stato ha rinviato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) sei questioni pregiudiziali relative al Registro dei titolari effettivi istituito dal DM n.55/2022 di talchè ad oggi occorre attendere l’esito del rinvio, negli Stati Uniti, il 23 gennaio 2025, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha sospeso l’ingiunzione emessa dalla Corte d’Appello del Quinto Circuito nel caso di Texas Top Cop Shop, Inc. contro Garland, et al. Caso n. 4:24-cv-478 (E.D. Tex.) (Caso Texas Top Cop).
Mentre in Italia la trasmissione delle informazioni concernenti i titolari effettivi è possibile ma l’impianto sanzionatorio sospeso in caso di omessa comunicazione, negli USA, i requisiti e gli strumenti di segnalazione ai sensi del CTA rimangono sospesi e la segnalazione percorribile solo su base volontaria, come dimostrato dall’avviso pubblicato sul sito web di FinCEN che riconosce che le società segnalanti non sono attualmente tenute a presentare comunicazioni sulla proprietà effettiva in ragione dell’attuale sospensione dell’obbligo di notifica.
Una strada in salita, dunque, per la trasparenza negli assetti proprietari in ambo gli ordinamenti, italiano e statunitense, che condividono le resistenze all’approccio impositivo adottato.
* CEO Granito Lt
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