di Daniela Viglione*
I 35 anni di vita della Fondazione Bellisario, festeggiati con una affollatissima, festosa cerimonia, ricca di incontri, abbracci e sorrisi, segnano un traguardo di una molteplicità di buone pratiche e buoni risultati raggiunti con coraggio, certo con fatica, ma anche con un entusiasmo e una continuità assolutamente rara nei tempi difficili della complessità. Tempi di innovazioni travolgenti, grandi potenzialità e nuovi rischi, che si sommano ad antiche diseguaglianze ancora irrisolte, prima fra tutte quella di genere. E che segnano anche l’eccezionalità e il valore di questa avventura voluta e guidata dalla determinazione visionaria e dal talento di Lella Golfo.
I 35 anni di vita della Fondazione hanno visto il progressivo allentarsi di quella rete di associazioni e organizzazioni chiamati genericamente corpi intermedi che nel passato permettevano alle persone di far arrivare alle istituzioni voce, domande, bisogni individuali e collettivi. Un meccanismo di funzionamento della rappresentanza democratica che si è inceppato per una molteplicità di cause, innescando un processo di disgregazione e perdita di comunità di intenti, che ha indebolito la fiducia tra le persone e verso le istituzioni democratiche.
In questa scena la Fondazione Bellisario ha rappresentato un caso straordinario, e a mio parere forse unico, di aggregazione di competenze, impegno e intelligenze femminili attorno a obiettivi condivisi di interesse pubblico, innanzitutto la valorizzazione delle competenze delle donne come strumento di lotta per il superamento delle diseguaglianze di genere. Lo ha fatto dando vita a un modello e un’esperienza di collaborazione e partecipazione civile, in cui risorse, relazioni e capacità femminili hanno potuto dispiegarsi e moltiplicarsi dentro rapporti attivi di fiducia e collaborazione.
La Fondazione ha saputo in questi decenni tessere reti di interdipendenza tra persone, organizzazioni e territori costruite sulla comune volontà di contribuire fattivamente e tutte insieme al miglioramento della condizione delle donne nella società e nell’economia. E lo ha fatto in maniera straordinariamente intelligente, muovendosi nella convinzione che pari opportunità non debbano né possano significare moltiplicare dati, variabili e diritti che appartengono tutti, prevalentemente, a un mondo “maschile”. Un futuro migliore, con maggiore uguaglianza e pari opportunità per tutti, non deve tendere a un mondo in cui si rinunci all’identità e alla soggettività femminile, ma riconoscere il valore e il ruolo della nostra diversità per dare pieno sviluppo al contributo di tutte le differenze.
Per questa ragione, la Fondazione Bellisario è cresciuta rinnovandosi continuamente, ricercando la partecipazione delle nuove generazioni di donne, aprendosi al loro contributo di idee e competenze, ascoltando e cercando di dare risposta alle nuove esigenze e obiettivi. Per questa ragione la Fondazione ha ricercato sempre alleanze e condivisione di valori e iniziative con il numero maggiore possibile di interlocutori, in una filosofia di comportamento in cui sull’”essere contro” ha fatto sempre premio l’”agire insieme” per l’interesse comune, non solo individuale ma pubblico, a un mondo migliore costruito sulla valorizzazione delle differenze, innanzitutto di genere.
In tal senso la Fondazione è stata ed è una piattaforma di impegno civile capace di coinvolgere una platea sempre più ampia di attori pubblici e privati per produrre capitale e coesione sociale. Un ecosistema collaborativo, intelligente, ospitale e capace di futuro. Uno strumento di educazione alla cittadinanza e alla democrazia per attivare le capacità di scelta delle donne, le loro libertà sostanziali.
Di questo processo e questo successo Lella Golfo è stata l’infaticabile motore, con la sua intelligenza, passione e coerenza nel non lasciarsi distogliere da percorsi o obiettivi che non fossero quelli di rafforzare concretamente la possibilità delle donne di coltivare i propri talenti per metterli a disposizione di una società più giusta.
*Direttore Scientifico italiadecide – Associazione di ricerca per la qualità delle politiche pubbliche
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