Fondazione Marisa Bellisario

UN PLAUSO ALLA FONDAZIONE MARISA BELLISARIO

di Giustina Mistrello Destro*

La 25ª edizione di “Donna, Economia & Potere”, a cui ho partecipato con grande piacere ed entusiasmo, è stata un’esperienza interessante e formativa; mancavo da due anni, e devo dire che sono stata veramente entusiasta nel vedere come questo appuntamento abbia acquistato ancora più importanza e rilevanza sia a livello nazionale che internazionale, soprattutto per i contenuti discussi e illustrati dagli speaker principali e dalle partecipanti dei vari tavoli di approfondimento.

Vorrei fare un passo indietro, e ricordare il primo anno, quando siamo partiti con questa manifestazione al Teatro Verdi di Padova. Da quella prima edizione di “Donna, Economia & Potere”, l’interesse e l’attenzione per questa manifestazione è cresciuto di anno in anno, così come sono cresciute le discussioni sugli argomenti attuali nei vari momenti della politica, dell’economia, dell’Europa, del sociale, della cultura.

Grazie all’enorme lavoro fatto da Lella Golfo, dalle sue collaboratrici e dalle Delegate di ogni Regione, ma soprattutto dalla grande forza che nasce da una vera e sincera collaborazione fra donne, con generosità e disponibilità, oggi la Fondazione Bellisario è un simbolo dell’empowerment femminile e della riflessione sui temi legati al ruolo della donna nella società, nell’economia e nella medicina.

Il tema assegnato al mio tavolo di discussione: “Salute & Genere: la nuova frontiera della medicina” esplorava un aspetto di cui al VIMM ci occupiamo da diversi anni: la medicina di genere. Un tema imprescindibile non solo per superare disuguaglianze storiche che hanno pregiudicato una cura efficace delle donne, con conseguenze spesso devastanti in termini di ritardi nei percorsi diagnostici e nelle strategie terapeutiche, ma anche per garantire cure personalizzate ed efficaci.

L’Italia è stata tra le prime in Europa nell’adozione di una legislazione specifica sulla medicina di genere: la legge 3/2018 ha istituito un Pianzo Nazionale per l’applicazione della medicina di genere, coordinato dall’Osservatorio presso l’Istituto Superiore di Sanità.

Rimane tuttavia – come purtroppo accade spesso nel nostro Paese – un tema di implementazione e di applicazione: il piano dovrebbe promuovere la formazione del personale sanitario, la comunicazione pubblica mirata e la ricerca basata sulle differenze di genere, ma serve uno sforzo comune perché queste dimensioni trovino continuità.

Da parte mia sono convinta che un ruolo fondamentale spetti proprio alla ricerca, e per questo la medicina di genere è uno dei temi a cui stiamo dando maggiore attenzione all’Istituto Veneto di Medicina Molecolare: per farlo non servono solo attenzione e un cambiamento culturale e scientifico che integri aspetti biologici, sociali e ambientali, ma anche investimenti in cure specifiche e in una differenziazione dei percorsi terapeutici, che porterebbero a ottenere un notevole beneficio in termini di riduzione di costi per il sistema sanitario e di minore presenza e produttività sul luogo di lavoro delle donne.

Ma per farlo serve confrontarsi e trovare un terreno di azione comune per poi passare a un’azione concreta, una dote che unisce e caratterizza le donne della Fondazione Bellisario: in questa edizione ho incontrato socie nuove, professionisti di gran livello, esponenti del mondo della medicina, della finanza e di grandi aziende che da anni continuano a sostenere la Fondazione con grande convinzione ed entusiasmo.

E allora colgo l’occasione per lasciare qui un messaggio: perché non organizzare l’edizione 2026 al Parlamento Europeo di Bruxelles, coinvolgendo la Presidenza stessa nella persona di Ursula von der Leyen? Sono convinta che potrebbe essere una un momento straordinario per valorizzare il grande patrimonio che racchiude la Fondazione Bellisario, e per ampliarne la voce in un palcoscenico ancora più ampio.

*Presidente Fondazione per la Ricerca Biomedica Avanzata– VIMM

Iscriviti alla Newsletter

Torna in alto