di Giovanni Lo Storto*
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ha trasformato profondamente il nostro modo di comunicare, connetterci e condividere informazioni e i social network sono uno dei cardini di questo cambiamento. Essi hanno la capacità straordinaria di metterci in contatto con il mondo intero, tuttavia, richiedono una riflessione attenta e consapevole.
Inizialmente, i social sono stati creati con una missione nobile: accorciare le distanze, favorire la connessione tra le persone, aprire nuove opportunità di dialogo e di scambio culturale. Queste piattaforme permettono, oggi, a un giovane di condividere una sua idea con milioni di persone, a una piccola impresa di vendere globalmente i suoi prodotti e tutto può diventare virale, influenzando il mondo. I social, in questo senso, rappresentano un terreno fertile per chi ha il coraggio di sognare e la forza di cambiare, trasformando una visione in realtà, connettendo individui, talenti e opportunità.
È importante porgersi, quindi, con uno sguardo ottimista e, al tempo stesso, profondamente consapevole. Conosciamo, infatti, i rischi legati all’uso dei social network. È noto che ci espongono alla raccolta di dati e all’utilizzo commerciale delle nostre interazioni, ma rappresentano un’opportunità unica per amplificare le nostre voci e connetterci globalmente. La cognizione che ogni clic e ogni scroll siano monitorati per orientare contenuti e pubblicità non deve scoraggiarci; piuttosto, con responsabilità e contezza, dobbiamo esercitare un controllo attivo su come utilizziamo queste piattaforme, poiché la tecnologia è al nostro servizio e non viceversa. Utilizzati, dunque, con consapevolezza, i social possono permettere di realizzare i nostri sogni e favorire la creazione di reti di collaborazione innovative, trasformando gli algoritmi in alleati capaci di amplificare le nostre potenzialità e lasciare un impatto positivo nel mondo.
È però fondamentale considerare le importanti questioni sulla sicurezza e l’educazione nell’era digitale sollevate dal Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Eugenia Roccella, impegnata, tra le altre cose, nell’alfabetizzazione digitale e nella promozione di progetti educativi, anche su temi come l’identità digitale, protezione dati, fake news, cyberbullismo.
La vera sfida consiste, pertanto, nel raggiungere la piena consapevolezza degli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione, per potere agire con coscienza. È fondamentale trovare un equilibrio tra restrizioni tecnologiche e responsabilità educativa. I giovani superano spesso i loro genitori in competenze e conoscenze, lasciando molti adulti disarmati di fronte a questo scenario. Per questo, un’educazione peertopeer, favorirebbe lo sviluppo di un profondo senso di responsabilità, come nel modello 42 Roma Luiss, potrebbe rappresentare un approccio innovativo. Questo network di scuole di coding, senza professori, si basa su apprendimento pratico e collaborativo, stimolando creatività e progresso attraverso il supporto reciproco, in un ambiente tecnologicamente avanzato,
Anche l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Carla Garlatti, ha sottolineato la necessità di individuare misure tecnico-legislative per tutelare i diritti dei minorenni sui social. Piuttosto che vietare l’accesso, è essenziale regolamentare l’uso del web, preservando il diritto dei più giovani di esprimersi, informarsi, giocare e socializzare online, così da operare in un contesto di totale cognizione di ciò che utilizziamo. Al tempo stesso, occorre fornire agli adulti gli strumenti per proteggere i minori da eventuali danni, garantendo un uso adeguato alla loro età. Un’iniziativa interessante potrebbe essere il programma di “Mentorship inversa”, in cui i giovani aiutano gli adulti – siano essi genitori, programmatori, insegnanti o istituzioni – a comprendere meglio le tecnologie emergenti e le nuove tendenze culturali, favorendo uno scambio intergenerazionale che favorisce una comprensione più profonda del mondo digitale.
Con studio, ricerca, pensiero critico e consapevolezza anche i rischi connessi alla tecnologia possono essere gestiti in maniera straordinaria. La vera differenza non la farà l’IA o i social network. La tecnologia non sostituirà categorie di lavoratori, ma solo coloro che non la sapranno utilizzare a proprio vantaggio. Chi sarà in grado di adeguarsi a essa, sapendo riconoscere che, in tutte le sue declinazioni, è uno strumento al nostro servizio, vedrà un futuro radioso che permetterà di sognare in grande, ricordando che i nostri valori, il nostro tempo e la nostra vita valgono molto di più di qualsiasi click.
* Direttore Generale Università Luiss Guido Carli