Fondazione Marisa Bellisario

PROSPETTIVE E PERCORSI PER LA MEDICINA DI GENERE

di Anna Maria Moretti*

Desidero vivamente ringraziare la Presidente Lella Golfo per avermi concesso l’opportunità di partecipare alla 25ª edizione del Seminario Internazionale Donna, Economia & Potere svoltosi a Roma in data venerdì 17 e sabato 18 ottobre 2025 presso le Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia.

L’evento, definito “Cernobbio delle donne” ha focalizzato l’attenzione, in numerosi tavoli di discussione, su diverse tematiche, che hanno generato proposte e riflessioni innovative.

Ho partecipato al tavolo di lavoro sulla medicina di genere (MdG) che, a mio parere, costituisce oggi un vero e proprio cambio di cultura nell’approccio al paziente ed una nuova sfida alle conoscenze mediche. Sono convinta che riconoscere il ruolo del sesso e del genere nella salute sia il primo passo per sviluppare efficaci strategie di prevenzione, diagnosi e trattamento

Oggi il concetto di Medicina di genere è notevolmente evoluto ed è passato dalla esclusiva considerazione dei parametri biologici (sesso, età etnia, comorbilità, risposta ai farmaci) alla valutazione, sicuramente più complessa, di indicatori di contesto (condizioni sociali, economiche, culturali, religiose, ambientali, ecc.).

È infatti documentato come il contesto ambientale, le condizioni socio-economiche, il livello di istruzione possano condizionare la possibilità di accesso alle cure, i dati di mortalità e le relative cause. È descritto infatti, in vari Paesi del mondo, uno stretto rapporto fra condizione di salute e gradiente sociale: più bassa è la condizione socioeconomica, peggiore è il livello di salute con una significativa riduzione di prestazioni sanitarie soprattutto nel sesso femminile. Fra gli indicatori di genere a valenza socio-economica un ruolo rilevante riveste la valutazione del rapporto tra povertà e mortalità: il livello di mortalità, per una stessa patologia, è molto più elevato nelle realtà economicamente svantaggiate e con bassi livelli socio-culturali. L’OMS, in un documento di recente pubblicazione, descrive come significative nella valutazione delle differenze, le disuguaglianze riferibili all’ambiente di vita quali condizioni urbane, abitative e di lavoro, e conclude che le popolazioni socialmente svantaggiate sono quelle più esposte a rischi ambientali.

La valutazione delle differenze di sesso e genere costituisce un elemento fondamentale per lo sviluppo di una “medicina equa ed appropriata” ed è strettamente correlata all’utilizzo di indicatori specifici capaci di evidenziare le caratteristiche  delle malattie e l’esito delle stesse facilitando la costruzione di un percorso assistenziale condiviso fra medico, operatori sanitari e paziente, contribuendo alla programmazione di linee di indirizzo finalizzate al miglioramento della qualità dell’assistenza in termini di tipologia di esiti clinici, prestazioni erogate, liste di attesa, aiuto ai territori svantaggiati ed individuare le scelte organizzative migliori.

La medicina di genere e la digitalizzazione diventano quindi obiettivi sempre più strategici per le strutture sanitarie e costituiscono due tra
i più importanti fattori sui quali si basa la modernizzazione nel nostro sistema sanitario e l’attenzione agli indicatori specifici deve costituire pertanto parte integrante dei programmi di cura, ricerca e formazione.

Che la comunicazione sia chiamata ad apportare un fondamentale contributo alla diffusione della MdG è rimarcato dal D.L. 11 gennaio 2018 n. 3 art. 3 e dal relativo Piano che la indica come “leva strategica affinché la Medicina di Genere trovi piena attuazione e compimento”.  Obiettivo fondamentale quindi per la conoscenza della MdG, è migliorare la comunicazione e l’informazione al personale sanitario e alla popolazione generale attraverso specifiche strategie orientate alla valutazione dei contenuti da veicolare, i target da raggiungere e gli strumenti da utilizzare, con il coinvolgimento di esperti della comunicazione. I vari format attualmente utilizzati per comunicare i contenuti relativi alla MdG scontano l’assenza di un piano di Comunicazione dedicato, ma anche la scarsa chiarezza sul reale significato di MdG, concetto spesso confuso con la salute della donna e con la tematica delle Pari opportunità. L’attuale disponibilità di un “logo” di proprietà del Ministero della Salute, che richiama il concetto delle differenze in ambito di salute e malattia, è il risultato del lavoro del gruppo “Comunicazione” dell’Osservatorio Nazionale che, attraverso l’impiego di strumenti capaci di esplicitare in senso visivo il concetto specifico, ha prodotto un’immagine caratterizzata da significativa chiarezza interpretativa.

Riconoscere e valorizzare le differenze di genere permette di erogare cure appropriate e rispondere ai bisogni di salute della popolazione con programmi di umanizzazione delle cure diventa oggi una strategia d’azione complessa, che richiede la considerazione profonda di diversi temi integrati fra loro. La “centralità” del paziente, l’acquisizione della consapevolezza per la partecipazione alla costruzione del percorso assistenziale e la tutela della relazione di cura, rappresentano in questo periodo di evoluzione culturale e sociale, un modello clinico di riferimento caratterizzato da specifiche linee di indirizzo di tipo normativo, di governance e di qualità dell’assistenza.

Per questo ho pensato di sottoporre, Presidente, alla Sua attenzione la possibilità di formulare con l’autorevole gruppo di lavoro di cui ho fatto parte, un documento che illustri nuove prospettive e percorsi utili a migliorare l’appropriatezza e l’equità dell’assistenza non solo dal punto di vista politico-organizzativo, ma anche etico e professionale.

La rilevanza degli argomenti trattati dai vari tavoli di lavoro presenti e operanti nel Seminario, la scelta degli argomenti attuali e fondamentali in ottica sanitaria, mi ha inoltre portato a riflettere sulla considerazione che tutti i gruppi presenti all’evento da Lei organizzato, da quelli a carattere economico, a quelli orientati a considerazioni sociali avrebbero avuto possibilità, proprio per la trasversalità della MdG,  di inserire considerazioni genere-specifiche nelle loro discussioni.

Auspico che la Sua lungimiranza solleciti la Fondazione che rappresenta a ripensare alla luce dei principi discussi e di un senso di umanità talora desueto, problematiche fondamentali per una uguaglianza umana ed etica.

Presidente GISeG – Gruppo Italiano Salute e Genere

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