Fondazione Marisa Bellisario

METALLURGIA GREEN E STRATEGIE DI INVESTIMENTO

di Laura Luigia Martini*

I metalli sono materie prime naturali, si possono estrarre anche dai minerali, e il mondo moderno così com’è oggi non esisterebbe senza di essi. In considerazione della crescente domanda di metalli necessari alla transizione energetica e all’impiego di tecnologie sostenibili, investire nell’industria metallurgica e mineraria dei metalli green sembra essere per il 2025 una prospettiva molto promettente. Un argomento importante quanto complesso questo, per cui nella stesura di questo articolo mi sono avvalsa in alcuni passaggi dell’opinione di esperti di J. Safra Sarasin, banca privata svizzera fondata nel 1971 con sede principale a Basilea, e a quelli di WisdomTree, gestore patrimoniale globale di exchange-trade product (ETP) ed exchange-trade fund (ETF) con sede a New York.

Nell’era della transizione green, metalli come il litio, il rame o il cobalto sono ampiamente coinvolti nella produzione di batterie, mulini a vento, turbine eoliche, auto elettriche e numerosissimi altri oggetti di fondamentale importanza al fine di minimizzare gli impatti ambientali in risposta agli obiettivi di un’economia decarbonizzata. Tutto ciò crea opportunità enormi per l’industria metallurgica e mineraria, pur di trovare per gli investitori, che sono ormai molto attenti ai parametri imposti dalla sostenibilità, un equilibrio fra le sfide ESG e un ambito, quello dei metalli appunto, tradizionalmente ad elevato impatto ambientale. Già, perché lavorare in modo sostenibile, seguendo in Europa il faro della Tassonomia, oltre a far bene all’ambiente, dà accesso ai meccanismi di finanziamento previsti dal PNRR, un incentivo importante per ogni impresa.  E mentre la domanda di questi materiali strategici aumenta vertiginosamente, la loro disponibilità rimane limitata e nuovi cicli di fornitura possono richiedere molti anni, il che li rende sempre più preziosi e suscettibili a interruzioni nella catena di approvvigionamento. Ragion per cui, sia gli USA che l’Unione Europea, oltre ad aver redatto un dettagliato elenco dei materiali critici, stanno cercando con ogni mezzo di rendersi autosufficienti anche su questo fronte rispetto agli altri Paesi, segnale inequivocabile che le catene di approvvigionamento vanno messe in sicurezza.

E se l’accelerazione della transizione ecologica e la preparazione ad una più ampia elettrificazione sono processi che creano opportunità di investimento in ambito metallurgico e mineralogico, mentre l’attenzione alle credenziali ESG è un’assicurazione sulla gestione del rischio e sul miglioramento dei rendimenti, essi non sono l’unico fattore di spinta agli investimenti. La vera spinta viene appunto dalla crescita della domanda che ricomprende in sé la crescente urbanizzazione, gli investimenti infrastrutturali e la crescita dei mercati emergenti, primo fra tutti l’India. Peraltro, in questo tipo di investimenti, va considerato anche l’impegno in un settore che deve crescere per oggettive necessità collettive con il supporto delle istituzioni e con il sostegno dei privati.

Un altro fattore determinante per gli investitori che desiderano puntare sulla transizione verso fonti di energia a basse emissioni di carbonio, è quello di individuare i materiali giusti e conoscerne gli impieghi principali.
Ne elenco di seguito alcuni. Il metallo principe della transizione è il rame. La domanda di rame sarà trainata quasi interamente da tecnologie emergenti come i veicoli elettrici (EV), le infrastrutture di ricarica, le energie rinnovabili e i sistemi di immagazzinamento dell’energia. Il nichel è impiegato nelle batterie, parte abilitante della transizione ecologica, la cui domanda crescerà significativamente per almeno i prossimi vent’anni. Nelle batterie il nichel contribuisce a garantire una maggiore densità energetica e una più elevata capacità di immagazzinamento a un costo inferiore.
L’alluminio è impiegato soprattutto in campo eolico e solare, è leggero, ha elevate proprietà di conduttività e resiste alla corrosione. Viene utilizzato per sue proprietà di conduttività termica, evita il surriscaldamento o l’eccessivo raffreddamento delle batterie, migliorandone prestazioni e durata, ed è utile anche nella produzione di idrogeno verde. Il litio e il cobalto vengono usati nelle batterie al litio delle automobili elettriche e per il funzionamento dei dispositivi elettrici ed elettronici senza fili, come smartphone e auto elettriche. Cito infine argento e stagno. La maggior crescita della domanda di argento verrà dagli impianti per l’energia solare e dai veicoli elettrici in cui viene utilizzato per la sua conduttività e resistenza alla corrosione. Lo stango è impiegato nella produzione del cosiddetto metallo d’apporto, materiale coinvolto nei processi di saldatura, soprattutto ad arco elettrico, una sorta di collante per la transizione energetica.

In sintesi: i diversi metalli svolgono ruoli distinti nella transizione e i fattori che regolano domanda e offerta possono essere diversi per ognuno di essi e i prezzi fluttuare e divergere. Ecco perché, per quegli investitori disposti ad un’esposizione a lungo termine al megatrend della transizione energetica, un approccio basato su panieri può offrire diversificazione nel lungo periodo.

Ma quali strumenti utilizzare per investire nella metallurgia e mineralogia green?
Le obbligazioni di finanza sostenibile per i metalli, come i Green Bonds, i Sustainability-Linked Bonds (SLB) e gli SDG Bonds, offrono modalità di finanziamento per promuovere pratiche sostenibili.

I Green Bonds, che sappiamo essere strumenti finanziari emessi per raccogliere fondi destinati a progetti con un impatto positivo sull’ambiente, possono essere utilizzati in relazione al miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti, alla riduzione delle emissioni di gas serra, alla promozione del riciclo dei metalli e allo sviluppo di tecnologie pulite per l’estrazione e la lavorazione degli stessi.
I Sustainability Linked Bonds (SLB), titoli obbligazionari le cui caratteristiche finanziarie e strutturali sono collegate a obiettivi di sostenibilità/ESG prestabiliti, nel contesto della metallurgia e mineralogia, non solo incentivano le aziende al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio, ma migliorano altresì la gestione delle risorse idriche e dei rifiuti e aumentano l’uso di energie rinnovabili nei processi produttivi.
Infine, i Sustainable Development Goals (SDG) Bonds sono strumenti emessi per finanziare progetti che contribuiscono al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. Nell’industria metallurgica promuovono pratiche di estrazione responsabile e sostenibile, sviluppano programmi di formazione e sicurezza per i lavoratori, finanziano progetti di sviluppo comunitario nelle aree minerarie.

Per quanto riguarda invece il mercato azionario, le società nel settore delle materie prime e nel settore minerario sono caratterizzate da un’elevata leva operativa, ovvero una base di alti costi fissi e una significativa crescita degli utili operativi, dato l’aumento dei prezzi delle materie prime. Quindi le azioni del settore minerario tendono a sovraperformare la commodity sottostante, dal momento che i loro utili, flussi di cassa e dividendi crescono più velocemente.

Nella scelta degli investimenti, va infine tenuto conto del fatto che i titoli possono essere estremamente volatili in relazione all’equilibrio tra domanda e offerta e questo per una serie di fattori diversi, tra cui eventi economici, politici, di sviluppo tecnologico, o perché alcuni materiali strategici possono essere prodotti solamente in alcuni Paesi o controllati da un ristretto manipolo di produttori. Questo rischio può essere tenuto sotto controllo investendo lungo tutta la catena del valore dei materiali strategici, oltretutto con il vantaggio della diversificazione delle performance nelle varie fasi del ciclo.

*Nuclear Engineer, SDA Bocconi Senior Executive Fellow

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