Fondazione Marisa Bellisario

LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA

Estratto della Relazione del Presidente Orsini all’Assemblea di Confindustria 2025

Oggi, sia l’Europa che il nostro Paese affrontano un rischio concreto di deindustrializzazione, aggravato dalla guerra dei dazi, ma alimentato da un pregiudizio anti-industriale.

Per questo, Confindustria propone un Piano Industriale Straordinario per rilanciare l’economia europea e nazionale.

EUROPA

Alle politiche europee serve un radicale mutamento di impostazione: le scelte degli ultimi anni stanno presentando un conto pesantissimo. Hanno indebolito la nostra competitività industriale, hanno messo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e, di conseguenza, l’intero sistema di welfare e di coesione sociale: cuore del modello europeo dal secondo dopoguerra.

Bisogna intervenire subito per cambiare questa rotta.

Per noi, il Piano Industriale Straordinario europeo deve essere basato su due leve:

  • la prima sono gli investimenti per sostenere la capacità innovativa dell’industria, da realizzare con il contributo delle risorse pubbliche e private. Per attivarli serve un “New Generation EU per l’industria” e un mercato dei capitali realmente unico e integrato;
  • la seconda sono le regole per rimettere al centro la competitività, l’abbattimento degli oneri burocratici e l’unione tra le tre dimensioni della sostenibilità (economica, sociale e ambientale).

Per raggiungere questi obiettivi, il nostro appello è alla massima cooperazione tra forze dell’impresa, del sindacato e della politica. E non può che essere l’Europa il primo destinatario delle nostre sollecitazioni.

Se le politiche rimangono solo nazionali, continueremo con la frammentazione che ha caratterizzato l’Europa finora, e non riusciremo a far crescere la massa critica degli investimenti industriali e delle innovazioni tecnologiche.

ITALIA

Il Piano Casa Straordinario per i neoassunti è entrato nell’orizzonte delle misure a cui il Governo lavora e su cui già si è intervenuti con una prima misura fiscale. È una vera emergenza sociale, dobbiamo intervenire il prima possibile per aiutare i nostri lavoratori e soprattutto i nostri giovani.

Con la Farnesina, l’ICE, SACE e SIMEST si è rafforzata la cooperazione diretta con il nostro Sistema industriale in tutti i nuovi accordi a cui l’Italia sta lavorando, non solo con il Piano Mattei, ma anche con il Sud America, l’Africa e l’Asia.

E altrettanto forte è la collaborazione con il Governo nel sostegno ai diversi progetti di formazione all’estero di giovani da attrarre in Italia e assumere nelle nostre imprese, progetti che il Sistema territoriale di Confindustria sta moltiplicando.

Il tema della competitività dell’industria italiana e dei rischi a cui è esposta ci chiama tutti a un cambio di marcia, anche in Italia.

Al netto dell’effetto dei dazi, dopo due anni di flessione della produzione, l’industria italiana è in forte sofferenza.

Il nostro Paese e le nostre realtà imprenditoriali hanno tutte le carte in regola per farcela. Ma bisogna cambiare prospettiva. Anzi, ribaltarla. Bisogna lavorare tutti insieme – industria e servizi, istituzioni e partiti, di maggioranza e di opposizione, forze sociali e sindacati – ad un vero Piano Industriale Straordinario per l’Italia. E dobbiamo farlo adesso, con scelte forti: per aumentare la competitività, la produttività e l’innovazione con gli investimenti e la semplificazione.

Per noi non ci sono alternative: bisogna pensare al rilancio dell’industria e al rilancio del PIL. Dobbiamo darci un obiettivo di crescita ambizioso: raggiungere almeno il 2% di crescita del PIL nel prossimo triennio, da consolidare e aumentare nel tempo.

Una crescita da raggiungere investendo in spesa pubblica produttiva e creando le condizioni affinché le imprese possano generare ricchezza per tutti.

Quello che ci stiamo giocando è un futuro collettivo, non individuale.

Di questo Piano Industriale Straordinario, la componente più urgente è quella dei sovraccosti energetici. È un vero dramma che si compie ogni giorno: per le famiglie, per le imprese e per l’Italia intera.

E bisogna accelerare il ritorno al nucleare con i piccoli reattori modulari, molto meno invasivi e più sicuri delle centrali di vecchia generazione e capaci di fornire quell’elettricità di continuità che serve all’industria e che le rinnovabili intermittenti non possono fornire.

Siamo l’Italia che manda avanti l’Italia. E noi vogliamo restare in Italia. È qui che vogliamo progettare e investire sulle priorità strategiche per cambiare il futuro del nostro Paese. È qui che vogliamo concentrare tutte le forze del nostro Sistema per agevolare la crescita di tutte le imprese.

Il cuore delle nostre proposte sono le persone. Le loro competenze sono il motore dell’innovazione e della crescita. Stiamo perdendo troppi giovani che cercano altrove ciò che qui, evidentemente, non trovano.

Abbiamo dimostrato di avere la capacità di superare momenti difficili affrontandoli tutti insieme. Guardando all’interesse comune.

Adesso è giunto il tempo della responsabilità, del coraggio, della determinazione. Per un’Europa più forte. E per un’Italia ancora più grande.

Per approfondire: https://www.confindustria.it/

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1 commento su “LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA”

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