Fondazione Marisa Bellisario

LE CITTÀ SOSTENIBILI ATTRAVERSO LA RIGENERAZIONE URBANA

di Paola Casali*

Abbiamo avuto l’onore ed il privilegio di ospitare l’evento “Donna, Economia & Potere” giunto alla sua 24esima edizione, presso le meravigliose Corsie Sistine del complesso monumentale del Santo Spirito in Sassia. La degna cornice per la manifestazione promossa dalla Fondazione Marisa Bellisario, una “Cernobbio delle Donne” potremmo dire, che ha ricevuto attenzione e patrocinio istituzionale al più alto livello, il Parlamento Europeo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Sono stata invitata a partecipare a uno dei 12 tavoli tematici proposti al convegno, in particolare una ricognizione a largo raggio sulle Città Sostenibili. Sono, infatti, coinvolta nel progetto di rigenerazione urbana dell’ex complesso psichiatrico del Santa Maria della Pietà, attraverso i fondi del PNRR Missione 5 Inclusione e Coesione. Lo storico ospedale psichiatrico romano, al momento oggetto di una radicale conversione, si avvia a riqualificarsi come quartiere ad alto tasso di sostenibilità: centinaia di alberi saranno piantati, rimesse a nuovo le fontane, restituiti agibilità e prestigio ai larghi viali del parco monumentale. Una decina dei vecchi padiglioni verrà ristrutturata in vista di una destinazione d’uso diversa, questa volta tagliata su misura dei bisogni e delle aspettative della popolazione e delle giovani generazioni.
Alcuni padiglioni oggi riservati agli ostelli per i pellegrini del Giubileo 2025, dopo l’evento giubilare faranno posto a studentati, forniranno spazi di coworking per le giovani start up, ospiteranno la sede dell’Accademia del Cibo. Ed accoglieranno persone con disagi “temporanei” per scongiurare il pericolo che questi disagi divengano cronici. Ad esempio, i padri alle prese con difficili e dolorose separazioni, per 6 mesi, potranno risiedere in abitazioni decorose, magari insieme ai figli, in attesa di una sistemazione permanente. Un contributo di solidarietà, un luogo di inclusione, un presidio di sostenibilità sociale.

Al tavolo di lavoro la discussione ha giustamente preso in esame presupposti e prospettive di una città sostenibile: cos’è, come funziona, a chi si rivolge? “È una città a misura di donne”, ha risposto una partecipante, perché le donne hanno sempre più fretta degli altri. E perché devono fare più cose contemporaneamente, aggiungerei. Una donna non riesce a pensare a sé stessa senza prima pensare anche agli altri. Ecco allora che la città sostenibile è quella che cresce intorno ai bambini, agli adolescenti, agli anziani, agli studenti, alle giovani coppie.

La città sostenibile respira, perché si cura della qualità dell’aria, della manutenzione dei parchi e delle aree dedicate al gioco e agli sport. La città sostenibile attira, perché assicura servizi digitali e tecnologie all’avanguardia.

I due rappresentanti dell’ONU presenti al tavolo hanno fatto bene a ricordare il concetto di “Nature positive city”: il benessere non è il risultato dello sfruttamento della natura, del consumo del suolo. Piuttosto è l’insieme delle buone pratiche fondate sulla tutela del verde, del ripristino dei paesaggi sfigurati dalla bulimia industriale, sul recupero degli edifici storici. Una concezione del benessere che valorizzi il lavoro a distanza anche nei piccoli borghi, che riduca i consumi di energia fossile nei trasporti, che migliori l’efficienza energetica degli edifici. che crei comunità energetiche. E attui la transizione energetica.
Una città sostenibile mette al centro la Persona. È una città che offre canoni di locazione calmierati per la classe media della popolazione, per i giovani, gli studenti e gli anziani. Una città che attrae i turisti e che non respinge i residenti. Una città dove un cittadino vive e non si limita a sopravvivere. Con rapido accesso ai servizi, con l’organizzazione in micro città nelle configurazioni urbane più estese. Dove tutto ciò che serve è raggiungibile in 15 minuti: il tempo risparmiato alle fatiche del giorno è misura accurata di vivibilità.

Non possiamo fermarci: le città corrono, le città competono fra loro. Le risorse economiche ci sono: in Italia si investono oggi 9 miliardi di Euro per i cosiddetti progetti ad impatto sociale, culturale ed ambientale delle nostre città, attraverso fondi finanziati da Comunità Europea, partenariati pubblico-privati e finanza pubblica locale. La rigenerazione urbana offre ampi margini di azione: infrastrutture ambientali orientate al green, servizi alla persona, eventi, mostre, serate, marketing territoriale.

Parliamo di Economia della Bellezza, ce lo insegna la straordinaria stratificazione di epoche e stili della Città Eterna che nel V secolo reinventò sé stessa con i materiali superstiti dell’età classica. Esempio mirabile di rigenerazione e riuso. Molti dei nostri beni monumentali possono essere “ripensati”, esattamente come sta avvenendo alle Corsie Sistine. In quello che resta il più antico ospedale d’Europa, le Corsie oggi organizzano convegni su intelligenza artificiale, medicina, economia, welfare. E poi concerti, mostre, sfilate, raccolte fondi, serate corporate: i proventi vengono restituiti alla collettività attraverso progetti sanitari e di restauro del bene monumentale.

La cultura del bello è un moltiplicatore di opportunità, la città sostenibile il contenitore ideale.
* Direttore Patrimonio e Valorizzazione del Complesso Monumentale del Santo Spirito in Sassia

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1 commento su “LE CITTÀ SOSTENIBILI ATTRAVERSO LA RIGENERAZIONE URBANA”

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