di Francesco Vaia*
Donne, Economia e Potere. Ovvero, per riprendere le parole di Marisa Bellisario, la possibilità di scegliere.
Nella stimolante tavola rotonda, dal titolo “Ben-essere e Felicità”, tante donne, tutte protagoniste nel loro settore. Ciascuna ha condiviso storie interessanti di vita vissuta, storie che nulla hanno a che vedere con il potere tradizionalmente inteso, ma che profumano di un mutamento di cui prendere atto: le donne, oggi, “governano”.
Se la manifestazione del potere è sempre stata intesa come “possesso e vittoria”, spesso ottenuta a scapito di altri, come annientamento e/o superamento attraverso guerre, gare, sfide, il governo è invece la capacità di guida, di decisione condivisa con impegno e costanza, di raggiungimento di obiettivi pianificati, di successi per tutti, per la comunità di cui si è leader, oltre, ovviamente, che per stessi.
In questo senso, oggi, la donna può definirsi sicuramente la manifestazione plastica di ciò che ci auguriamo come nuovo e moderno esercizio del potere.
Emergono così figure luminose, come la donna manager che governa un importante gruppo sanitario, la suora che offre la sua vita per ideali di solidarietà, la giornalista che si spende per spiegare come si possono e si devono prevenire e curare la tante disabilità del nostro tempo, la giovane donna che ha combattuto e vinto la battaglia contro il cancro e quella che ha vinto tanto nello sport andando oltre lo stigma, ancora presente, delle manifestazioni fisiologiche (come definire altrimenti il ciclo mestruale?).
Ed i maschietti? Per una volta un po’ corollari, comprimari consapevoli in una serata durante la quale l’aura della grande Bellisario restava ancora protagonista, idea sempre attuale di un solidarismo e di una capacità di impegno sociale e sanitario che va oltre ogni barriera.
A tal proposito, come non ricordare l’introduzione di Lella Golfo, instancabile deus ex machina di tutto? La sua è stata una vera “lectio” sciorinata lungo i clivi sempre più freschi e moderni dei “meriti e bisogni”, cardini di una società auspicata e mai, finora, realizzata.
Benessere e felicità sono sinonimo di buona salute, di equilibrio psico-fisico e di capacità di porsi l’obiettivo ambizioso di “ben-vivere” tenendo centrale la necessità di adottare stili di vita salutari.
La prevenzione primaria, gli stili di vita non sono “de-privazione” di qualcosa ma, anzi, aggiungono alla nostra vita. Intanto più anni, ma il nostro obiettivo è ben più ambizioso: vivere di più e meglio.
Oggi in Italia la speranza di vita alla nascita supera gli 80 anni, ma dopo i 60 ci si ammala perché o non ci si è curati oppure non si sono prevenute le malattie.
Malattie, soprattutto croniche e degenerative, oltre che tumorali, che oggi rappresentano il vero pozzo di San Patrizio della nostra sanità.
Governare questo processo significa dare il contributo più importante alla sostenibilità del nostro sistema, ma anche partecipare attivamente al disegno di una società a dimensione più umana, più giusta e meno fratturata.
L’esercizio del “potere” da parte della donna, del cui sguardo più fresco e innovativo abbiamo assolutamente bisogno, può allora concorrere in maniera determinante alla realizzazione di questo ambizioso traguardo.
* Direttore Generale Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute