Fondazione Marisa Bellisario

8 MARZO, NON ABBASSIAMO LA GUARDIA: IL FENOMENO DELLE #TRADWIVES

di Monica Mosca*

Nel mio lungo e perdurante studiare i nuovi fenomeni e le tendenze che smuovono la società, ho imparato che tra gli indicatori da prendere prontamente in considerazione c’è quello in cui credono i giovani e i giovanissimi, femmine o maschi è lo stesso. A volte è un sentiment evidente e conclamato, altre inizia più prudente, silente, per manifestarsi come sommovimento e infine terremoto.

Quando poi un nuovo interesse dei giovani è supportato da numeri importanti, ecco che l’indicatore si fa doppio e richiede di drizzare le antenne.

In questo 8 marzo, insieme alla soddisfazione per i traguardi – spesso eccellenti – raggiunti da noi donne in molti campi e con l’incitamento a scavalcare le barriere restanti, registro un fenomeno di costume che negli Stati Uniti, e nel mondo intero, sfiora 150 milioni di ragazze. Un’enormità. Siamo di fronte a una tendenza in piena regola, che in quanto tale è utile conoscere.

Fra chi avrà la curiosità di leggere questa mia riflessione, ci sarà chi riterrà minati i diritti acquisiti con impegno dalle donne e chi liquiderà invece il “movimento” come un fenomeno passeggero di poca rilevanza. Io dico: sinceramente spero che passi, ma le avvisaglie che non accada così presto ci sono tutte, e lo dimostrano i video su TikTok, nuova bilancia social, che registrano visualizzazioni da record e i dibattiti televisivi, che negli Stati Uniti abbondano.

È il fenomeno delle #tradwives, le mogliettine di una volta, o delle #stayathomegirlfriend, le fidanzate che aspettano a casa il ritorno dell’amato, tutte Penelopi 2.0 che a prima vista sconcertano.

Non lavorano, per carità, e questo è il profilo che le accomuna, ma è anche (assicurano) la loro felice scelta di vita: stanno a casa in attesa che rientri il marito o il compagno, l’unico che porta in famiglia lo stipendio, e sono casalinghe affatto disperate. Cucinano tutto il tempo, fanno il pane e i dolci, rassettano, spupazzano i bambini, si fanno carine per il loro uomo, che ogni tanto le premia addirittura con un regalino (per la cronaca, io ho visto una bottiglia di passata di pomodoro e un grembiule a quadretti).

Le più note si chiamano Estee, Hannah, Gwen, ma ce ne sono migliaia, e producono contenuti social virali. Prima di raccontarvi oltre, necessita una precisazione: se non siete mai “inciampati” in un loro video, non immaginatele con la pinza in testa e le ciabatte! Sono tutte signorine e giovani donne belle, profumate, molte vestite come si usava negli anni Cinquanta e la Tv era in bianco e nero, hanno il rossetto e la coda di cavallo e svolazzano tra un fornello e un biberon con la gonna a ruota.

Per intenderci, il diritto alla parità salariale non le sfiora nemmeno, quella di genere proprio non la vogliono. Consiglia testualmente Estee, un mix fra Doris Day ed Esther Williams: “Implementa i ruoli di genere più tradizionali nel tuo matrimonio, abbraccia la tua femminilità. Dio ha creato due generi differenti per due obiettivi differenti, l’uomo provvede, la donna pensa alla casa”. E, rivolgendosi alle giovani e giovanissime che la seguono e le regalano milioni di like, aggiunge: “Certo che potete lavorare, esistono lavori femminili che non ti metteranno in una posizione mascolina né di potere, due condizioni che allontanerebbero un possibile partner”.

Hannah, invece, è stata Mrs America nel 2023 e ha partecipato a Miss Mondo nel 2024. Nove milioni su TikTok, da bambina sognava di diventare ballerina, poi da ragazzina ha conosciuto Daniel, milionario, ha buttato il tutù e l’ha sposato nel giro di tre settimane. Uno via l’altro ha avuto 8 figli (partoriti in casa) e ora vive in un’immensa fattoria, si prende cura dei bambini, munge le mucche, taglia l’erba, fa la mozzarella e prepara pranzo e cena per tutti, utilizzando solo ciò che producono, a km ultra-zero.

Difficile riassumere il movimento delle #tradwives, che oltreoceano ha già scomodato sociologi, psicologi, docenti e femministe allibite. Sbagliato ridurlo a un fatterello di colore, i numeri delle follower sono un serio indicatore di allerta.

Provo dunque a sollevare alcuni interrogativi, che in occasione dell’8 marzo aprono il dibattito: non sarà che questi consigli social, esteticamente così vintage e apparentemente così assurdi, sfrondati da tutto restano la proposta di una vita più semplice? È possibile che lavorare, e farlo com’è per noi scontato sullo stesso piano degli uomini, per molte ragazze di oggi sia invece fonte di ansia e di insicurezza? Sia causa di stress e burnout?

Oppure questi video, etimologicamente fenomenali, sono da tacciare come irricevibili perché irrispettosi delle tante battaglie combattute in nome della parità?

Sconsiglio, in questi tempi agitati e permeabili agli attacchi a certi diritti che ci paiono acquisiti (ma chi può dirlo), di nascondere la testa sotto la sabbia. Domandiamoci, piuttosto, come ha fatto il “Sunday Times” a proposito proprio di Mrs America, se le #tradwives siano vittime di amori malati, manipolanti, oppressivi. Se quegli uomini che le mantengono siano i loro aguzzini.

Io, che ho guardato centinaia di video, perfino un tutorial sul “perché vale la pena aspettare il maschio che torna a casa”, penso che la verità stia nel mezzo: che alcune #tradwives ci credano davvero e, nel rispetto della loro autodeterminazione, andrebbero comunque consigliate. E che altre siano invece astute influencer travestite da conservatrici, subdole nel proporre uno stile di vita e dei valori che possono far breccia nelle ragazzine più impressionabili e impreparate.

Nel dubbio, controllerei che Estee, Hannah e Gwen non diventino d’esempio anche per le nostre ragazze, non si sa mai che mentre ci auto-festeggiamo per l’8 marzo loro ci credano anche solo dieci minuti.

Auguri a tutte le donne che non fanno gli struzzi, che hanno trovato la loro strada felice, a quelle che hanno combattuto e vinto e soprattutto a quelle che hanno perso ma si sono rialzate meglio di prima.

*Giornalista

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1 commento su “8 MARZO, NON ABBASSIAMO LA GUARDIA: IL FENOMENO DELLE #TRADWIVES”

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