Fondazione Marisa Bellisario

LE START UP A VOCAZIONE SOCIALE: UN NUOVO MODO DI FARE IMPRESA AL FEMMINILE

di Antonella Bompensa

Una frontiera interessante, per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, è quella prospettata dall’introduzione delle norme, relative al finanziamento dell’impresa a vocazione sociale, contenute nel Decreto Crescita bis e nel successivo Regolamento della Consob, che hanno introdotto in Italia l’equity-crowdfunding per le start up innovative a vocazione sociale.
Sono start up innovative a vocazione sociale quelle che si occupano di assistenza sociale e socio-sanitaria, anche resi da enti (consorzi o cooperative), composti, come numero di aderenti, in misura superiore al 70% da organizzazioni che esercitano un’impresa sociale. Si pensi alle cooperative, spesso costituite per la gestione dei servizi di assistenza anziani e bambini.
Altro esempio di impresa a vocazione sociale è quella impegnata nell’educazione, istruzione e formazione (compresa quella universitaria e post – universitaria e quella extra – scolastica). Queste tipologie di imprese potrebbero contribuire a mettere in atto i programmi di formazione continua finalizzati, ad esempio, al ricollocamento lavorativo dei cittadini, colpiti dalle misure di riduzione del personale delle aziende.
La vocazione sociale, infine, guarda all’ambiente e al territorio ovvero, alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema ed alla valorizzazione del patrimonio culturale, alla ricerca ed erogazione di servizi culturali ed al turismo sociale. Il territorio Italiano, da questo punto di vista, potrebbe essere fonte di ispirazione di imprese in fase di costituzione.
In attesa delle piattaforme approvate da Consob (equity based), il segmento dei progetti pubblici e sociali, definito “civic crowdfunding”, è già ampiamente attivo sui siti di crowfunding (social lending). I progetti di utilità sociale afferenti al terzo settore sono relative all’ambiente, alla solidarietà, agli spazi urbani, ai servizi al cittadino ed alla comunità, alla beneficenza vera e propria. Nella classifica generale del crowdfunding, secondo la piattaforma DeRev, le “Social Causes” sono la categoria che vanta il miglior risultato effettivo, con il 27,4% dei progetti finanziati con le donazioni degli utenti.
A riprova dell’importanza del terzo settore per lo sviluppo dell’imprenditorialità e dell’occupazione femminile si ricorda la ricerca di Unioncamere “Sistema informativo Excelsior”dedicato alle Imprese Sociali effettuato per il 2012. Le donne vengono mediamente preferite (29%) rispetto agli uomini (5%) nel processo di assunzione (non stagionale). In termini di distribuzione rispetto ai singoli sottosettori, sempre considerando lo stesso report Unioncamere, la distribuzione rispetto ai generi evidenzia la preponderanza del genere femminile nell’istruzione e nell’assistenza sociale.

7 commenti su “LE START UP A VOCAZIONE SOCIALE: UN NUOVO MODO DI FARE IMPRESA AL FEMMINILE”

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