Fondazione Marisa Bellisario

EXPO 2015: PIU’ “CHANCE” PER LE IMPRESE FEMMINILI

Le donne imprenditrici hanno una “chance” in più rispetto ai colleghi uomini per cogliere le opportunità di crescita dell’Expo 2015. Il 29% delle 1.302.054 imprese femminili si concentra, infatti, sulle filiere agroalimentari e turistiche che più di altre potranno trarre vantaggio dall’Esposizione universale, contro il 22% dell’intero tessuto imprenditoriale. Più in dettaglio sono 143.256 le imprese a guida femminile che operano nel turismo, 3 su 5 sono bar o ristoranti. Mentre delle 234.684 aziende rosa dell’agroalimentare, oltre 9 su 10 riguardano il comparto agricolo.
E’ quanto emerge dai dati al 2014 dell’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere.
Numeri alla mano alla fine dello scorso anno le imprese rosa costituiscono il 21,5% dell’universo imprenditoriale italiano, ma è una realtà che sta mostrando di sapersi fare strada rapidamente. All’anagrafe delle imprese, infatti, più dell’66% delle aziende femminili ha meno di 15 anni e ha conquistato, via via, un peso maggiore sul tessuto produttivo. Le imprese nate dal 2010 in poi, infatti, incidono per oltre il 26% sul totale delle imprese registrate nello stesso periodo, quasi 5 punti percentuali in più rispetto alla media generale. L’imprenditoria al femminile, poi, si presenta più cosmopolita. Quasi una donna alla guida d’impresa su 10 parla straniero in Italia (contro l’8,68 del totale imprese). Sono 121.397 le aziende straniere in Italia, numericamente più presenti in Lombardia (20.182), nel Lazio (14.607) e in Toscana (12.857).
“I dati mostrano che le donne stanno guadagnando nel tempo spazi maggiori nel nostro tessuto produttivo perché sono dinamiche e attente al mercato. Hanno capito che, soprattutto settori come il turismo, l’accoglienza, la cultura, i servizi alla persona per il nostro Paese sono giacimenti di ricchezza ancora da scavare e da mettere a frutto”, ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Il sistema camerale – anche attraverso la rete dei comitati per la promozione dell’imprenditoria femminile – in questi mesi di avvicinamento all’Expo 2015, continuerà a supportare le imprese a cogliere le molteplici opportunità che questo evento porterà. E lo sta facendo anche attraverso la nuova piattaforma web Italian Quality Experience, per far conoscere al mondo il variegato universo dell’agroalimentare italiano mettendo in mostra le quasi 700mila imprese della filiera allargata e il loro sapiente intreccio tra territorio, talento e tradizione. Ma non solo, perché con questo strumento presentato insieme al Governo all’Expo delle idee – l’evento che ha messo intorno a 42 tavoli i massimi esperti per discutere sui temi cruciali dell’esposizione – il Sistema camerale vuole promuovere il Paese all’estero anche grazie alla rete di Ristoranti italiani nel mondo che permetterà di raggiungere oltre 60 milioni di persone”.

Imprese rosa: tre su cinque ha meno di 15 anni
L’imprenditoria femminile conta 1.302.054 imprese. Pesa il 21,5% sull’intero tessuto imprenditoriale, ma è una realtà giovane che sta crescendo di peso velocemente. Tre imprese rosa su cinque hanno meno di quindici anni e quasi una su tre meno di cinque. Le aziende guidate da donne iscritte al Registro delle imprese dal 2000 al 2009 sono 459.469 e incidono per il 21,4% sul totale delle imprese mentre le 406.494 nate negli ultimi 4 anni vedono aumentare al 26,1% il loro peso sul complesso delle aziende loro coetanee.
Il tasso di femminilizzazione, ovvero l’incidenza delle imprenditrici nel tessuto produttivo, raggiunge punte assai più elevate rispetto alla media in alcuni settori specifici come quelli dei servizi alla persona (49,8%), della sanità e dell’assistenza sociale (38,30%), dell’istruzione (29,5%) e, ancora, nelle filiere agroalimentari e turistiche (28,3%). E trova la sua massima espressione in Molise (28,3%), Basilicata (26,5%) e Abruzzo (25,7%). Mentre, in termini assoluti, le donne al comando di un’azienda sono più numerose in Lombardia 172.817 (13,2% delle imprese femminili), nel Lazio 136.731 (10,5%) e in Campania 130.099 (9,9%). In termini assoluti con 94.834 imprese femminili è Roma ad aggiudicarsi la “maglia rosa”, seguita a distanza da Milano 59.617 e Napoli 56.297. Ma per tasso di femminilizzazione è Benevento a conquistare la posizione più alta del podio (il 30,49% delle imprese sono capitanate da donne), tampinata da Avellino (30,15%) e, con più distacco, da Chieti (28,56%).
Più dei loro colleghi uomini, la stragrande maggioranza delle donne imprenditrici sceglie la forma giuridica individuale che costituisce il 65% delle imprese rosa contro il 53,9% della base imprenditoriale complessiva. Le forme organizzative più complesse si declinano al femminile con minore enfasi rispetto all’universo complessivo imprenditoriale, solo le società di capitali sono una realtà che pesa il 18,6% sulle imprese rosa mentre incidono per il 24,6% a livello totale.

Lombardia, culla delle imprese straniere femminili
Quasi una donna alla guida d’impresa su 10 parla straniero. Le imprese femminili straniere sono 121.397, numericamente più presenti in Lombardia (20.182), nel Lazio (14.607) e in Toscana (12.857). Una classifica che si ribalta, eccezion fatta per una new entry, se prendiamo in considerazione l’incidenza delle imprese straniere su quelle femminili complessive che porta al primo posto la Toscana con il 13,7% (12.857 imprese straniere su 93.746), mentre entra al secondo posto il Friuli-Venezia Giulia con l’11,78% (2.736 su 23.230) e in terza posizione la Lombardia con l’ 11,68% (20.182 su 172.817).

Turismo allargato al femminile: 3 aziende su 5 sono bar o ristoranti
Nella filiera turistica “rosa” le donne imprenditrici gestiscono soprattutto bar e ristoranti che costituiscono quasi il 60% del comparto. Numeri alla mano su 143.256 aziende a guida femminile che operano nel turismo ben tre su quattro si occupano di ristorazione vale a dire 105.376 imprese (il 28,7% del totale delle aziende del comparto) e di queste la metà sono costituite da bar (53.196 unità), mentre il 29,9% da ristoranti (31.474) seguite, per numerosità, dai “take away” (10.031). Il secondo comparto del turismo più popolato è costituito dall’ospitalità che con 16.241 imprese pesa l’11,3%. Qui le donne sono al comando soprattutto di alberghi (8.722 unità) e di strutture extralberghiere con 6.232 imprese femminili tra affittacamere, case appartamenti, B&B, residence. Terzo per numerosità di imprese, in totale 6.607, ma primo per tasso di femminilizzazione, pari al 37,5% sul complesso delle relative aziende, è invece il comparto dei servizi di intermediazione turistica. Più in particolare l’incidenza delle donne raggiunge punte elevate nei servizi di guide e accompagnatori turistici (il 52,9% delle complessive 737 aziende) e nelle agenzie di viaggio (il 42,6% delle 5.804 imprese totali).
Ultimo per numero di imprenditrici è quello relativo alle attività creative, artistiche, sportive e di intrattenimento e divertimento che con 15.032 imprese rosa pesa per il 10,5% sul totale della filiera turistica. In questo comparto che in media evidenzia un tasso di femminilizzazione del 23,7% si smarcano nettamente le attività di restauro dove più di un’azienda su 2 è guidata dalle donne.

Le donne imprenditrici trionfano nell’agricoltura ma nell’alimentare aprono panetterie
Su 835.367 imprese agroalimentari 234.684 sono condotte da donne, ovvero il 28,1%. Le imprenditrici si dedicano prioritariamente alla coltivazione agricola dove si registrano il 92,5% delle aziende dell’intera filiera al femminile. Tra queste, per numerosità, si distinguono 38.573 imprese dedite alla coltivazione di canna da zucchero, 25.383 di colture permanenti, 23.817 di cerali. Ma per incidenza di imprese “rosa” sul tessuto produttivo, l’imprenditoria femminile si fa strada più marcatamente nella coltivazione di tabacco (il 43,9% sulle complessive 6.404 aziende), di riso (il 39,5% delle 1.697 imprese totali), e di spezie e piante aromatiche (il 39% di 630 imprese). Nel comparto della pesca e della silvicoltura la presenza dell’imprenditoria femminile nel sistema imprenditoriale è marcata mente più bassa rispetto alla media contando poco meno di 3 mila imprese su 23.382 complessive ovvero il 13%.
Nell’alimentare 2 imprese rosa su 5 sono panetterie. In generale nel comparto si contano 14.694 imprese capitanate da donne che pesano il 6,2% sull’intera filiera “rosa”. Qui l’indice di femminilizzazione pari al 21,3% appare più ridotto rispetto alla media. Ma non mancano eccezioni degne di nota. E’ il caso della produzione di paste alimentari, nella quale l’incidenza delle aziende rosa sul totale sfiora il 43% (2.359 su 5.505), della pasticceria con il 34,3% (691 su 2.014). Ma in termini assoluti sono le panetterie a guida femminile a distinguersi nel comparto che con 6.133 unità costituiscono il 41,7% delle imprese rosa del comparto.

5 commenti su “EXPO 2015: PIU’ “CHANCE” PER LE IMPRESE FEMMINILI”

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